Comacchio. La Manifattura dei Marinati di Comacchio (Ferrara) si prepara ad accogliere tre cene che sono molto più di semplici eventi gastronomici: sono viaggi nel tempo, orchestrati con la precisione di un cronista quattrocentesco e la passione di chi sa che la cultura si nutre anche attraverso il palato.
Il progetto “Festina Lente” – quella locuzione latina che Augusto amava e che significa “affrettati lentamente” – non poteva trovare cornice più appropriata. Work and Belong, la cooperativa che ha fatto dell’appartenenza territoriale la propria missione, organizza questi tre appuntamenti per celebrare un doppio anniversario Unesco: i trent’anni di Ferrara come Patrimonio dell’Umanità e i dieci anni del Delta del Po come Riserva della Biosfera.
Primo (26 settembre), chef Igles Corelli
Il primo appuntamento, affidato alle sapienti mani del pluripremiato chef Igles Corelli, porta in scena il concetto di economia circolare applicata alla cucina rinascimentale. Una scelta tutt’altro che anacronistica: già nel XV secolo, la corte estense praticava forme di sostenibilità ante litteram, utilizzando ogni parte degli ingredienti secondo quella che oggi chiameremmo filosofia zero waste.
Il menu si apre con un Cannolo croccante farcito di storione al latte, salsa allo zafferano – una preparazione che evoca i fasti della tavola ducale ma utilizza il pesce simbolo del Delta. i Tortelli ripieni di germano, burro tostato, salsa al formaggio e olio alle erbe, raccontano invece la tradizione venatoria delle valli, mentre il Petto di pollo alle mandorle, salsa agli agrumi e composta di mele richiama le influenze arabe che, attraverso la Sicilia, arrivarono fino alle corti padane. Il Tortino alle visciole e oro conclude il percorso con quella teatralità baroccheggiante che tanto piaceva ai signori del tempo.
Secondo (3 ottobre), chef Simone Finetti
Lo chef Simone Finetti di Villa Albertina ad Argenta (FE) porta in scena un tributo diretto a Messisbugo, il celebre scalco di Ippolito d’Este, le cui ricette rappresentano il primo grande trattato di cucina rinascimentale italiana. La sua “Opera” del 1549 non era solo un ricettario, ma un vero manuale di civiltà conviviale, dove ogni piatto raccontava una filosofia dell’abitare e del condividere.
Insalata di lumache, garum di sgombri, crema di sedano rapa alla vaniglia, salsa di valeriana riportano alla luce sapori che i palati moderni hanno dimenticato, ma che rappresentavano la sofisticazione culinaria dell’epoca. Pasticcio di maccheroni. Ragout bianco di Germano e Animelle, besciamella ai tartufi di pineta evoca quella complessità di preparazione che faceva della cucina rinascimentale un’arte del tempo lungo. Riso e brodetto di Anguilla, mantecato al burro di pino marittimo e salsa d’erbe amare di pineta celebra invece il matrimonio perfetto tra la tradizione risicola padana e la regina indiscussa delle valli comacchiesi.
Ma è il dessert – Passeggiata in golena – a rivelare la poetica dell’evento: Semifreddo al foie gras d’anguilla, visciole, more selvatiche e fiori di sambuco che trasforma il paesaggio in sapore, mentre il Terriccio di cioccolato bianco, frutta secca e pepe rosa racconta tattilmente l’esperienza del camminare lungo gli argini.
Terzo (10 ottobre), chef Giacomo Devoto
Giacomo Devoto, chef stellato, anima della Locanda de Banchieri a Fosdinovo (MS), è una figura carismatica e visionaria, dedita alla celebrazione della cucina delle Terre di Luni, originario della Val di Magra chiude il trittico con un approccio che guarda al futuro senza tradire il passato. Porterà in tavola Seppia Farcita al Cappun Magro, Risotto all’estratto di Zuppa di Mare, Coniglio Farcito di Salsiccia e Castagne che riporta alla tradizione della selvaggina di corte, reinterpretata con sensibilità contemporanea e, dulcis in fundo, Salviamisù.
I Costumi: quando il maestro Remo Brindisi incontra il Rinascimento
I banchetti godranno dell’accompagnamento di musica rinascimentale.
Un capitolo a parte meritano i costumi dei figuranti che animeranno le serate, ispirati ai disegni preparatori che l’artista Remo Brindisi realizzò per raccontare l’evento storico della Regata delle donne comacchiesi. Il grande pittore di adozione comacchiese aveva saputo catturare l’essenza del Rinascimento liberandola dalla polvere dei musei, e le sarte locali hanno raccolto questa eredità con spirito innovativo.
La Manifattura: teatro di sapori e memorie
La Manifattura dei Marinati si impone per cultura e identità. Qui, dove ancora si trasforma l’anguilla in oro gastronomico attraverso l’antica arte della marinatura, come in un processo alchemico di antica tradizione. Gli spazi scanditi dal ritmo degli archi, le sale che profumano ancora di sale e di tempo, diventano il teatro ideale per una narrazione culinaria che affonda le radici nel tempo.
Emanuele Mari, assessore al Turismo del Comune di Comacchio, sottolinea l’importanza strategica dell’iniziativa: «Questi eventi dimostrano che il turismo culturale non è solo conservazione del passato, ma creazione di nuove narrazioni. La Manifattura dei Marinati diventa così non solo un contenitore di memoria, ma un laboratorio di futuro, dove la tradizione gastronomica si fa ambasciatrice del territorio. La scelta di celebrare insieme i trent’anni di Ferrara Patrimonio Unesco e i dieci del Delta come Riserva MaB non è casuale.
Entrambi i riconoscimenti parlano di un territorio che ha saputo fare della propria identità storica e ambientale una risorsa per il futuro. Come la cucina rinascimentale, che non guardava nostalgicamente al passato ma utilizzava la tradizione per costruire nuove sintesi creative».
Festina Lente: la filosofia del tempo giusto
Il titolo del progetto, “Festina Lente”, nasconde una saggezza che va oltre la semplice organizzazione di eventi. In un’epoca di accelerazioni forsennate, queste cene propongono il ritmo giusto: quello che permette di assaporare non solo i cibi, ma anche i significati.
«Nella Manifattura dei Marinati, dove un tempo si conservava l’anguilla per i mercati di mezza Europa, oggi si lavora e si rinnova un patrimonio gastronomico e immateriale ancora più prezioso: la capacità di trasformare il cibo in cultura, il pasto in rito, la cena in esperienza comunitaria»: racconta Alessandro Menegatti, presidente della Coop.va Work and Belong.
Tre serate, tre grandi chef, tre modi di interpretare lo stesso tema. Ma un unico filo rosso: la consapevolezza che la vera ricchezza di un territorio non sta solo nei suoi monumenti o nei suoi paesaggi, ma nella capacità delle persone di farla vivere attraverso gesti quotidiani e straordinari insieme. Come sedersi a tavola e scoprire che mangiare può essere, ancora oggi, un atto di conoscenza e di pace.
La partecipazione al singolo banchetto costa 75 euro per persona, vini inclusi.
Prenotazione e info Manifattura dei Marinati, Tel. 0533 81742 o su Eventbrite