Con il taglio del nastro e un investimento complessivo di circa 1,5 milioni di euro, la Palazzina Marfisa d’Este è pronta ad accogliere nuovamente il pubblico da sabato 6 settembre. Ieri, alla presenza delle autorità e di un numeroso pubblico, il gioiello rinascimentale che si affaccia su corso Giovecca ha riaperto dopo tre anni di lavori post-sisma, presentandosi in una veste museale rinnovata, accessibile e capace di raccontare la sua storia con strumenti moderni e inclusivi.
Alla cerimonia erano presenti il vicesindaco Alessandro Balboni, l’assessore alla Cultura Marco Gulinelli, il deputato Mauro Malaguti, il capogruppo regionale Pd Paolo Calvano, il presidente del consiglio comunale Federico Soffritti, gli assessori Angela Travagli e Francesca Savini, insieme a tanti altri ospiti del mondo della cultura e della società civile.
Dopo una visita guidata tra le sale della Palazzina a cura dei conservatori dei Musei di arte antica Francesca Acqui e Romeo Pio Cristofori, l’assessore Gulinelli ha aperto gli interventi sottolineando il valore simbolico e pratico della riapertura. “È un momento emozionante perché oggi apriamo un altro museo importante per la città. Il prezzo della sottrazione alla fruizione pubblica degli edifici storici ci ripaga con la restituzione di musei rinnovati. È stato così per Schifanoia, Palazzo dei Diamanti e oggi per la Palazzina Marfisa d’Este, tre luoghi fondamentali per Ferrara, città del Rinascimento che festeggia quest’anno trent’anni dall’ingresso nella lista del patrimonio Unesco”.
Nel suo intervento, l’assessore ha ripercorso anche la storia della dimora: “Realizzata tra il 1556 e il 1561 per volere di Francesco d’Este, figlio di Alfonso I e Lucrezia Borgia. Passò poi alla figlia Marfisa, figura colta e amante delle arti, che la abitò fino alla sua morte nel 1608, animandola culturalmente anche dopo il ritorno di Ferrara sotto lo Stato Pontificio. Dopo diversi usi impropri, nel 1938 Nino Barbantini la riallestì con arredi e opere per evocare una dimora rinascimentale e uno spazio rappresentativo per la città”.
“Per noi Palazzina Marfisa rappresenta un pezzo importante del patrimonio culturale di Bper, che oggi restituiamo alla città – è intervenuta Sabrina Bianchi a nome della banca, che è proprietaria degli arredi storici che arricchiscono il percorso espositivo -. Attraverso la nostra corporale Collection, abbiamo scelto di sostenere la valorizzazione di questo luogo magico. Ferrara è un territorio strategico per la banca e con questo contributo vogliamo ribadire il nostro legame con la comunità e con la cultura come istituzione sociale”.
“Una festa attesa da tre anni”, ha aggiunto con emozione Ethel Guidi, dirigente del Servizio musei d’arte del Comune di Ferrara. “Sono trascorsi circa 87 anni dalla prima inaugurazione del 1938, documentata dall’Istituto Luce: già allora la città festeggiava il recupero della Palazzina dopo decenni di degrado”.
Guidi ha poi ricordato come l’allestimento di Barbantini sia stato modificato nei decenni per ragioni conservative e come il nuovo progetto sia nato dall’esigenza di aggiornare spazi e strumenti: “Le chiusure sono ferite, ma anche occasioni. Ora il percorso è chiaro, inclusivo e rispettoso delle esigenze conservative. Abbiamo aggiunto materiali dalle collezioni civiche e dalla Fondazione Estense, in particolare ceramiche e monete. Oggi offriamo ai visitatori un museo che conserva ma che sa anche raccontare e interpretare”.
Il riallestimento presenta otto sale, 166 oggetti e una serie di supporti multimediali accessibili. La Sala delle Imprese ospita nuclei numismatici legati a Francesco d’Este; la Loggetta dei Ritratti racconta la figura di Marfisa, con l’unico ritratto certo della nobildonna e approfondimenti sul legame con Torquato Tasso; la Sala di Fetonte evoca la vita quotidiana attraverso pavimentazioni rinascimentali; la Sala dei Banchetti e lo Studiolo riportano in vita l’allestimento storico, arricchito dal ritorno di una rara mandola settecentesca. La visita prosegue nella Sala Grande con ceramiche cinquecentesche e nella Sala del Camino, che ricostruisce il progetto museografico di Barbantini.
Da oggi la Palazzina è pienamente accessibile: rampe architettoniche, audioguide in italiano, inglese e Lis, percorso tattile con repliche di oggetti e schede multisensoriale, fino a un’app gratuita scaricabile sul proprio smartphone. Dall’11 settembre, inoltre, un ciclo di otto conferenze organizzato con Ferrariae Decus, con temi che spazieranno dalla musica alla ceramica ferrarese, oltre a visite guidate gratuite.
“Questi sono anni importanti per i musei della nostra città – conclude Gulinelli -. Con i prossimi interventi sul Museo del Risorgimento e della Resistenza, Palazzo Massari e gli altri cantieri, Ferrara potrà contare su una rete museale straordinaria, all’altezza di una città patrimonio dei ferraresi e dell’umanità”.