La crescita senza precedenti delle richieste di connessione di nuovi impianti da fonti rinnovabili rischia di incepparsi a causa della cosiddetta “saturazione virtuale della rete”. Un collo di bottiglia burocratico e regolatorio che, con tempi medi di connessione superiori ai 500 giorni, mette seriamente in pericolo la realizzazione di molti progetti finanziati con fondi Pnrr e bandi Fer.
“Il problema – spiegano i consiglieri regionali Luca Sabattini e Paolo Calvano (Pd), che hanno presentato un’interrogazione alla Giunta – è che oggi la capacità della rete elettrica risulta di fatto congelata da grandi progetti di investitori che spesso restano solo sulla carta, impedendo l’accesso a chi invece ha investimenti pronti e concreti. Così si rallenta la transizione energetica, si rischiano di perdere incentivi pubblici e vengono penalizzati gli operatori seri a favore di chi agisce in modo meramente speculativo”.
Secondo i consiglieri Dem, il disallineamento tra la velocità impressa da politiche e mercato e la capacità reale del sistema elettrico nazionale deve essere affrontato con urgenza, sia a livello normativo che infrastrutturale. Per questo, nell’interrogazione chiedono alla Regione di farsi parte attiva presso Governo, Mase, Arera e Terna per sollecitare l’introduzione di cauzioni e penali per i progetti non realizzati nei tempi stabiliti; maggiore trasparenza sui dati relativi alla capacità di rete disponibile e sullo stato dei progetti; procedure accelerate per gli impianti maturi vincolati da scadenze PNRR e aste FER; un’accelerazione degli investimenti in reti, cabine e sistemi di accumulo.
“Non basta incentivare nuovi impianti – chiariscono Sabattini e Calvano – occorre garantire regole e infrastrutture che permettano davvero di immettere energia rinnovabile in rete, tutelando anche le piccole e medie imprese. Se non si interviene subito, rischiamo di compromettere gli obiettivi europei al 2030 e di frenare la decarbonizzazione del nostro Paese”.
“La Regione Emilia-Romagna – concludono i consiglieri Dem – sta già facendo la sua parte, ma da sola non basta e potrebbe fare ancora di più se ci fossero condizioni normative nazionali più chiare e coerenti, dalle regole sulle aree idonee ai tempi di allaccio e al potenziamento della rete. Senza misure stringenti contro la speculazione e senza investimenti sulle infrastrutture, il rischio è quello di rallentare la transizione e perdere risorse preziose del PNRR, avvantaggiando soltanto interventi speculativi. Per questo abbiamo chiesto alla Giunta di sollecitare il Governo affinché adotti al più presto interventi strutturali sulla rete e regole certe, indispensabili per sostenere i territori e i piccoli e medi investitori, che sono un elemento centrale per una transizione energetica giusta, veloce ed efficace”.
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