Attualità
29 Agosto 2025
Centinaia di professionisti della sanità hanno aderito all'appello presidiando gli ospedali di Ferrara, Cona, Bondeno e Cento: "Siamo forza collettiva. Piena solidarietà ai colleghi sotto le bombe"

“Tutelare la vita, difendere la dignità”: il digiuno dei sanitari per Gaza

di Elena Coatti | 3 min

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Durante lo scorso fine settimana, i carabinieri di Comacchio hanno messo in campo un articolato servizio di controllo straordinario del territorio, finalizzato alla prevenzione e alla repressione di ogni forma di reato. Nel corso delle operazioni sono state accertate diverse violazioni denunciate alla Procura di Ferrara in materia di documenti di soggiorno, armi e guida in stato di ebrezza

“Ci sono valori deontologici che ci impongono ad ogni latitudine e in ogni circostanza di tutelare la vita e di difendere la dignità umana”. Con queste semplici parole la dottoressa Elisa Galuppi ha spiegato le motivazioni del presidio in via Rampari San Rocco, dove più di cento operatori sanitari – oltre a diversi cittadini – si sono riuniti per partecipare alla Giornata nazionale di digiuno per Gaza, promossa dalla rete spontanea Sanitari per Gaza.

L’iniziativa, nata in Toscana a fine luglio come staffetta, ha coinvolto oggi, giovedì 28 agosto, 15mila operatori sanitari in tutta Italia. Grazie alla volontà delle dottoresse Cecilia Artoni e Silvia Bortolazzi, che hanno organizzato le mobilitazioni sul territorio ferrarese, la città estense ha visto i presidi più partecipati davanti alla Cittadella San Rocco e all’ospedale di Cona, ciascuno con oltre cento presenze. A prendere parte, anche i professionisti degli ospedali di Bondeno e di Cento.

“Era una cosa che stavamo soffrendo individualmente da tanto tempo – spiega la dottoressa Artoni -. Solo nel momento in cui c’è stato questo passaparola tra di noi e ci siamo messi insieme, abbiamo capito che la nostra voce può contare e possiamo, in qualche modo, fare la differenza. Siamo tenuti a farlo per la responsabilità anche etica che le nostre professioni ci chiedono”. Sempre Artoni ribadisce che come operatori sanitari che “oggi si scoprono forza collettiva, chiediamo di essere ascoltati”.

Una forza collettiva nata spontaneamente che, prima, ha raccolto almeno quattrocento persone sulla chat organizzativa contro il genocidio a Gaza e, poi, il passaparola ha fatto il resto. Difatti, molti hanno aderito anche senza essere fisicamente presenti ai presidi: in tutta la provincia sanitari e cittadini hanno scelto di digiunare e di pubblicare sui social una foto con il cartello “Digiuno contro il genocidio a Gaza”, dando vita a una mobilitazione parallela e diffusa.

“Non fermerà certo la strage – riflette l’oncologo Guido Margutti -, ma è un risveglio di coscienza per tentare di essere quantomeno solidali almeno con i nostri colleghi che in questo momento lavorano in ospedali bombardati. Siamo soddisfatti dell’ampia partecipazione”. Qualcuno, invece, un po’ meno soddisfatto che si dice “dispiaciuto” della “non presa di posizione” da parte della direzione sanitaria ferrarese. Appello che, in Regione, è stato accolto da Bologna, Piacenza e Modena. “Una mancata occasione per dare un segnale pubblico”, afferma qualcuno. Tuttavia, il medico Elisa Galuppi sottolinea che anche quella dell’Ausl di Ferrara è “una posizione legittima che noi rispettiamo, perché a questa mobilitazione si aderiva a titolo volontario e personale”.

Durante il presidio è stata letta la lettera di sostegno all’iniziativa di don Luigi Ciotti e Francesca Rispoli, alla presidenza dell’associazione contro le mafie Libera. I due hanno definito il digiuno “un atto dal forte valore simbolico, ma anche un modo per mettersi nei panni di chi a Gaza è ridotto alla fame come conseguenza della guerra”.

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