Cronaca
27 Agosto 2025
La ragazza: "Sono andata nel panico, ho provato schifo e volevo rimuovere tutte le mie foto dai social"

Influencer ferrarese nella gogna delle sexy chat

di Camilla Mondini | 3 min

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Immaginatevi di svegliarvi una mattina e trovare le foto del vostro profilo social su un sito per adulti senza il vostro consenso, sembra un film dell’orrore ma è quello che sta succedendo a migliaia di donne in Italia. Dopo il gruppo “mia moglie” arrivano le prime denunce sui social, da parte delle vittime, di un ulteriore sito web in cui vengono scambiate e pubblicate foto di persone totalmente ignare.

Un sito già negli ultimi anni al centro di proteste da parte di ragazze che si sono viste pubblicare i propri scatti a loro insaputa. Tanto che da un anno è attiva su change.org una petizione per chiedere la chiusura della relativa pagina per “diffusione non consensuale di materiale intimo”.

Sono finita su un forum per adulti e probabilmente ci sei finita anche tu” è la segnalazione di una content creator che con un post su Instagram denuncia la pubblicazione non consensuale delle sue foto. Si tratta di immagini che ritraggono la vita di tutti i giorni e post che sui social pubblichiamo tutte. Eppure nella quotidianità qualcuno ha ricavato nuovamente uno spazio per la sessualizzazione del corpo femminile.

Sono andata nel panico, ho provato schifo e volevo rimuovere tutte le mie foto dai social – afferma in un video una creator ferrarese -. Tutte le mie foto sono finite su questi canali e queste chat con tanto di commenti viscidi. Al solo pensiero di pubblicare qualcosa vado nel panico perché ho paura che possa succedere ancora. La cosa che più fa male è essere impotente di fronte a questi uomini, sono quattro giorni che sto cercando di metabolizzare”. Non solo commenti sul suo corpo ma anche affermazioni molto gravi che inneggiano alla violenza sessuale.

Le foto di influencer e creator sono pubbliche ma questo non significa che possano essere utilizzate a piacimento dell’utente. Divulgare e pubblicare materiale senza consenso costituisce reato oltre ad essere una violenza a tutti gli effetti. Aldilà degli aspetti legali, la questione accende i riflettori su uno spaccato della nostra società che dovrebbe destare preoccupazione. Gli accadimenti degli ultimi giorni fanno trasparire un contesto che ancora mantiene un forte retaggio maschilista e patriarcale dove il corpo della donna pare essere alla mercé di migliaia di uomini.

Alcuni dei commenti sono talmente mortificanti e svilenti che non avrebbe senso riportarli. Alcune domande però sorgono spontanee. Cosa succederebbe se questi uomini incontrassero di persona una delle loro vittime virtuali? È una violenza che si ferma dietro lo schermo o di cui aver paura anche nel mondo reale? Alcune frasi danno adito a legittimi dubbi: “Se la incontrassi per strada non penso mi fermerei”, “Se sapessi dove abita”, “Ma non ha una cam in casa da hackerare?”.

Non si può voltare la faccia o chiudere gli occhi – scrive un’altra creator nel merito – perché queste donne non sanno di essere vittime e che le loro immagini vengano usate in quella maniera schifosa. Questi comportamenti possono essere perpetrati anche a danno di bambini e di minori, di chiunque”.

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