Sul sagrato della Cattedrale, oltre duecento persone si sono riunite martedì 26 agosto per l’ultimo presidio di agosto per Gaza, promosso dalla Rete per la Pace. È l’ennesimo appuntamento di una mobilitazione che non intende fermarsi. “Continueremo con i presidi e con ogni forma di pressione civile – hanno dichiarato gli organizzatori – perché quello che accade nella Striscia non può più essere ignorato”.
Il cuore dell’iniziativa è stato l’appello alla fine dell’emergenza sanitaria e umanitaria che colpisce duramente la popolazione palestinese. “Siamo qui per denunciare questa catastrofe, per ricordare gli operatori sanitari uccisi e per lanciare un grido: basta fame, basta silenzio, basta complicità”, hanno dichiarato i manifestanti al microfono aprendo la serata.
Tra i nomi pronunciati a voce alta, quello dell’ospedale Nasser di Khan Younis, colpito ripetutamente nei giorni scorsi. Come ha riportato in un comunicato pubblicato sul sito di Medici Senza Frontiere, Jerome Grimaud, coordinatore di emergenza, “si tratta dell’unica struttura medica pubblica parzialmente funzionante nel sud di Gaza”.
Il 25 agosto, ha ricordato alla piazza Luca Greco della Filt Cgil Ferrara, l’ospedale è stato bombardato due volte consecutive: “Il mondo ha aspettato troppo a lungo. Gli ospedali devono essere protetti. Bisogna sbloccare subito l’accesso agli aiuti umanitari. La malnutrizione sta uccidendo intere generazioni”.
Le testimonianze che si sono susseguite al microfono, anche da parte di medici o sanitari ferraresi, hanno toccato corde profonde. Una manifestante ha letto le parole inviatele da Mohammed, un giovane palestinese ancora a Gaza: “Dal cuore di questo genocidio vi parlo. Mi considero fortunato ad essere ancora vivo, il mondo ora vede e so nel profondo del cuore che la verità prevarrà. La mia famiglia, con i nostri amati cinque gatti, resiste. Nutro un affetto speciale per l’Italia. Sogno il giorno in cui potremo incontrarci in una Palestina libera”.
A intervenire, anche due volontarie di Emergency, portando le voci dello staff sanitario sul campo. “Fino a 400 pazienti al giorno: è questa la pressione sulle strutture che stiamo sopportando da novembre 2024”, hanno spiegato, citando il drammatico caso dell’ospedale Nasser colpito già tre volte dal 2023. “Non è più possibile vivere questo orrore nell’orrore. Emergency chiede un cessate il fuoco permanente e l’ingresso immediato degli aiuti. La popolazione palestinese non può più continuare a soffrire in questo modo”.
Al presidio erano presenti anche diverse rappresentanze istituzionali e politiche locali, tra cui la consigliera dem Anna Chiappini, la segretaria generale Cgil Ferrara Veronica Tagliati, e ancora Barbara Diolaiti di Possibile Ferrara e Sergio Golinelli dell’Alleanza Verdi e Sinistra. Tutti uniti sotto la stessa bandiera della solidarietà e della richiesta di giustizia, e pace.
Nel corso della serata, la Rete ha ricordato anche l’appuntamento per la Giornata nazionale di digiuno degli operatori sanitari contro il genocidio a Gaza, prevista per il 28 agosto alle ore 14, davanti a due presidi simbolici: l’ingresso 2 dell’ospedale di Cona e l’ingresso di Rampari della Cittadella San Rocco.
Molte delle testimonianze hanno insistito sulle condizioni igieniche e sanitarie devastanti in cui è costretta a sopravvivere la popolazione palestinese: spostamenti forzati in zone prive di acqua potabile, diffusione di infezioni batteriche, polmoniti, malattie intestinali. “Come medici, non possiamo esimerci dal dire la verità” è stato detto con forza, mentre dai volti dei presenti traspariva indignazione e commozione.
La manifestazione si è poi conclusa con un appello diretto alla comunità: boicottare i prodotti israeliani, seguire l’esempio degli oltre cento Paesi che hanno già riconosciuto lo Stato di Palestina, chiedere al governo italiano di rispettare le decisioni del Tribunale di Roma e concedere il visto a 39 persone, tra cui minori, ancora bloccate a Gaza.
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