di Anna Ferraresi*
In risposta alle dichiarazioni del direttore di Confagricoltura Ferrara Paolo Cavalcoli (
https://www.estense.com/…/lupi-cavalcoli…/), la sezione Leal Ferrara intende chiarire alcuni aspetti fondamentali sulla presenza del lupo nel nostro territorio e sulla proposta di ricorrere a interventi di sterilizzazione.
Un animale schivo e non pericoloso per l’uomo, Il lupo (Canis lupus italicus) è un animale riservato, che tende a evitare il contatto con l’essere umano. Non rappresenta un pericolo per le persone: in Italia non si registrano attacchi mortali a esseri umani da oltre un secolo. Gli avvistamenti, sempre più frequenti, sono conseguenza naturale della ricolonizzazione spontanea di un habitat da cui era scomparso per decenni, e non indicano un’aggressività verso la popolazione.
La recente decisione europea di modificare lo status del lupo da “rigorosamente protetto” a “protetto” non autorizza interventi indiscriminati: la specie resta tutelata dalla Direttiva Habitat (92/43/CEE) e da normative nazionali, che prevedono deroghe solo in circostanze eccezionali.
In questo contesto, la proposta di ricorrere alla sterilizzazione dei lupi appare del tutto priva di fondamento, oltre che eticamente e scientificamente inaccettabile.
𝗣𝗲𝗿𝗰𝗵𝗲́ 𝗹𝗮 𝘀𝘁𝗲𝗿𝗶𝗹𝗶𝘇𝘇𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗲̀ 𝗱𝗮𝗻𝗻𝗼𝘀𝗮 𝗲 𝗶𝗻𝗲𝗳𝗳𝗶𝗰𝗮𝗰𝗲
Dal punto di vista etologico, la sterilizzazione dei lupi non solo è impraticabile ma produrrebbe effetti contrari a quelli auspicati:

la struttura sociale del branco si fonda su una coppia dominante, che di norma è l’unica a riprodursi. Questo meccanismo naturale regola già il numero degli individui;

eliminare o sterilizzare i riproduttori porterebbe a una disgregazione del branco, con conseguente dispersione dei giovani e maggiore possibilità di avvicinamento ai centri abitati;

la perdita della coppia dominante potrebbe favorire la riproduzione di più esemplari, aumentando il numero complessivo delle cucciolate;

branchi destabilizzati rischiano di rivolgersi più facilmente ad animali domestici, anziché a ungulati selvatici come daini, caprioli e cinghiali, che rappresentano le loro prede naturali.
Gli strumenti efficaci sono già noti e sperimentati in molte aree italiane ed europee:

recinzioni elettrificate e sistemi di dissuasione;

utilizzo di cani da guardiania adeguatamente addestrati;

indennizzi rapidi e certi per gli allevatori colpiti;

campagne di sensibilizzazione per la cittadinanza, per favorire una convivenza consapevole e serena.
Il lupo, in quanto predatore apicale, svolge un ruolo prezioso nel riequilibrio ecologico, contribuendo al controllo delle popolazioni di ungulati selvatici. Non è un “nemico” ma un tassello fondamentale della biodiversità, la cui presenza rappresenta un indicatore di buona salute degli ecosistemi.
*Responsabile Leal Lega Antivivisezione – sezione di Ferrara
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