Le recenti notizie sulla presenza dei lupi nella pianura stanno innescando uno scenario già visto in altri territori dove è tornato questo grande carnivoro: prima qualche segnalazione, poi gli episodi di predazione (veri o presunti) di animali domestici incustoditi e infine l’allarme diffuso, con i cittadini spaventati da una parte e la politica impreparata che corre ai ripari per accaparrarsi il consenso.
Il lupo è in espansione su tutto il territorio nazionale da quasi mezzo secolo, dopo aver sfiorato l’estinzione negli anni ’70: questo magnifico predatore è diventato simbolo della difesa ambientale, ma anche di come sia possibile ottenere risultati concreti e positivi quando la politica si rimette in mano alla scienza, senza strumentalizzare argomenti delicati come la gestione faunistica.
«Se c’è una cosa che abbiamo imparato è che il lupo, come tutti i grandi carnivori, non è un animale invasivo – sottolinea Enrico Ottolini, portavoce dei Verdi dell’Emilia-Romagna -, ma ha la capacità di autoregolarsi in base alla disponibilità di cibo e di habitat idonei alla sua presenza. Gli esemplari per così dire “in eccesso” muoiono di fame o addirittura possono essere eliminati da altri lupi in competizione. Per questo non ci sarà mai una “invasione” di lupi, ma solo il ritorno di una presenza con cui abbiamo l’opportunità di poter convivere».
Il lupo fornisce infatti un servizio indispensabile di cui beneficia anche l’uomo: in montagna controlla le popolazioni di cinghiali e altri ungulati, mentre in pianura si dedica quasi esclusivamente alla caccia di specie invasive e alloctone come la nutria, che ben conosciamo per i danni che arreca tanto agli ecosistemi quanto agli argini dei corsi d’acqua. Dunque, anche in termini economici, la presenza del lupo è un vantaggio per le nostre comunità e per la loro sicurezza. Ai cittadini non spetta altro che tutelare correttamente i propri animali domestici, come già dovrebbe essere la norma, poiché il lupo sceglierà sempre la preda più conveniente, tenendosi a debita distanza dall’uomo. La convivenza pacifica è possibile, come dimostrano i territori dove la presenza di questo predatore è tornata a essere stabile da diversi anni.
«È importante monitorare le popolazioni e fare corretta informazione – aggiunge Sara Londrillo, portavoce dei Verdi dell’Emilia-Romagna -. Europa Verde ritiene decisamente irresponsabile e fuorviante la tesi secondo cui ridurre la tutela del lupo implicherebbe una minore pericolosità. È vero il contrario: una gestione conservazionistica ci consente di conoscere la consistenza delle popolazioni, le abitudini degli individui e anche di intervenire in modo mirato qualora si presentassero individui dai comportamenti anomali o troppo confidenti, o peggio si individuasse la presenza di esemplari ibridati con cani randagi, che a differenza del lupo possono essere problematici».
Europa Verde è presente nella maggioranza di governo regionale con Alleanza Verdi e Sinistra e ha contribuito in maniera determinante al capitolo del programma che riguarda la biodiversità.
«Per questo motivo rivolgiamo un appello ai nostri alleati: non cediamo a facili allarmismi tipici di ben altre fazioni politiche. Restiamo uniti e collaboriamo seguendo le indicazioni della scienza e degli esperti, a partire dall’Ispra, come ci chiede quella parte di elettorato che ha a cuore la conservazione della natura e le sue implicazioni scientifiche».
Enrico Ottolini
Sara Londrillo
Portavoce Europa Verde Emilia Romagna
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