Attualità
24 Agosto 2025
La portavoce Sandra Travagli: "Si tratta di un cantiere molto rilevante e noi chiediamo che sia altrettanto rilevante l'azione di controllo a tutela dei cittadini da parte degli enti competenti"

Villanova, cittadini all’attacco: “Trasparenza sul cantiere a biometano”

di Pietro Perelli | 4 min

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Villanova. “È difficilissimo avere garanzie, si tratta di un cantiere molto rilevante e noi chiediamo che sia altrettanto rilevante l’azione di controllo a tutela dei cittadini da parte degli enti competenti”. Sandra Travagli, portavoce del gruppo informale di cittadini contro la costruzione della centrale a biometano a Villanova, ribadisce ancora un volta la necessità di trasparenza per l’iter autorizzativo che riguarda il cantiere per la costruzione del nuovo impianto.

Non è sufficiente l’incontro con il vicesindaco Alessandro Balboni a cui chiedono conto del sopralluogo effettuato. “Dopo tantissimo tempo siamo riusciti ad avere un incontro con Balboni e i tecnici del Comune ma al sopralluogo in cantiere non erano presenti cittadini“, dice Travagli ai nostri taccuini. “Ci aspettavamo – aggiunge -, per le promesse fatte durante l’incontro, che ci venissero date informazioni in merito alle questioni che avevamo posto”.

E invece nessuna risposta in merito alle variazioni del progetto e all’arrivo di biomasse, segnalato all’Ausl, ai carabinieri, ad Arpae, al Consorzio di Bonifica e al Comune di Ferrara reiteratamente il 10 e il 17 agosto.

Nella prima lettera firmata dalla stessa Travagli e da Cinzia Bracci si denuncia l’inizio del “conferimento e lo stoccaggio di ingenti quantitativi di trinciato di mais”, una tipologia di biomassa “non è prevista nella ricetta autorizzata nell’atto sopra citato (DET-AMB-2022-5758 del 10/11/2022, ndr) che prevedeva l’utilizzo di stocchi di mais insilati per una quantità annua di 30.000 t. oltre ad altre tipologie di biomasse, a pollina e reflui zootecnici”.

“Non siamo a conoscenza – aggiungono – di possibili atti successivi che possano aver modificato l’Autorizzazione originaria”.

Pochi giorni dopo (17 agosto) un’altra segnalazione perché hanno notato, sabato 16 e domenica 17 agosto, “la presenza di operai al lavoro, a partire dalle ore 7, in particolare intorno all’area di stoccaggio del trinciato di mais”. In quest’occasione, ci viene riferito, è intervenuta anche la Polizia Locale, in entrambe le giornate, chiamata dai residenti che ritenevano non congruo l’orario di lavoro.

Tra i due momenti anche la risposta di Arpae con la quale viene comunicata la stesura di una relazione inviata al Comune il 14 agosto e l’invito alle firmatarie di rivolgersi all’ente con sede in piazza Municipale “per ogni ulteriore richiesta di informazioni”.

Ciò che però continua a essere forte tra i cittadini è la “preoccupazione per i possibili danni ambientali, alla falda acquifera e ai canali circostanti e alla salute dei cittadini”. Una preoccupazione che si rafforza di giorno in giorno e per la quale chiedono al Comune di Ferrara “informazioni certe” in merito alle situazioni che hanno segnalato.

“Qualcuno – domanda Travagli – ha verificato che le opere fossero adeguate per evitare disastri ambientali?”

Secondo i cittadini i lavori in atto non possono “essere equiparati a un semplice cantiere di edilizia privata”. Come annunciato dal dirigente del servizio ambiente del Comune di Ferrara Alessio Stabellini durante l’incontro con i cittadini avvenuto a Villanova lo scorso 7 agosto la Vorn (azienda tedesca ora proprietaria della centrale) ha chiesto una variante “a suo rischio e pericolo”. Questo significherebbe che lavori eventualmente non conformi dovranno essere sanati o abbattuti a posteriori mentre per i cittadini sarebbe stato indispensabile un controllo e un monitoraggio continuo del cantiere.

“Questo è un cantiere privato – spiega Travagli – e pur con il massimo rispetto verso l’imprenditore, non si può non sottolineare che questa centrale, come tutte le altre del nostro territorio, gode di cospicui finanziamenti a fondo perduto del Pnrr in fase di costruzione e godrà di importanti incentivi per tutta la durata del suo funzionamento quando venderà il metano prodotto”. Anche per via di questi incentivi pubblici oltre che per l’impatto indubbio che una struttura come la centrale a biometano può avere sul territorio e sull’ambiente, l’azienda deve rendere, secondo chi in quell’area ci vive, “il massimo della trasparenza”.

Trasparenza che secondo chi si oppone alla centrale manca anche da parte della Vorn e, proprio per questo, chiedono che il Comune, “se ha i contatti”, si faccia da tramite. “I nuovi proprietari – spiega Travagli – non si sono mai fatti vedere, neanche la cartellonistica obbligatoria di cantiere è aggiornata. Una enorme mancanza di rispetto verso i cittadini, costretti a sostituirsi con fatica e con pochi strumenti a disposizione, agli enti preposti nel controllo e nella segnalazione di mancanze evidenti a tutti, il più delle volte inascoltati, mal sopportati o, peggio, dileggiati”.

È pronta una terza segnalazione, ancora più circostanziata e preoccupata per le piogge di questi giorni. Sarà sottoscritta anche dalla Rete per la Giustizia Climatica e da Cds Cultura Odv e non si escludono ulteriori coinvolgimenti a tutela del territorio e dell’ambiente.

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