Attualità
21 Agosto 2025
Oltre cento persone al presidio della Rete per la Pace. Applausi e commozione per la lettura dei nomi dei giornalisti uccisi a Gaza. “La verità deve resistere”

Ferrara non tace: in piazza per la Palestina e per la libertà d’informare

di Redazione | 2 min

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In un clima, anche a livello locale, sempre più teso e diviso sul conflitto tra Israele e Palestina, a Ferrara ieri pomeriggio (20 agosto) in piazza della Cattedrale si è tenuto un nuovo presidio organizzato dalla Rete Pace per esprimere piena solidarietà al popolo palestinese, a cui hanno preso parte un centinaio di persone.

La manifestazione è  cominciata con una cerimonia che ha suscitato applausi e commozione nel pubblico: la lettura dei nomi dei giornalisti e degli operatori dell’informazione uccisi nella Striscia, dal 7 ottobre 2023 a oggi, a cui è stata dedicata l’iniziativa. “Se, soltanto pochi giorni fa, il numero si attestava a 237, ora è già salito a 285”, ha dichiarato Barbara Diolaiti di Rete per la Pace.

“Il lutto per gli oltre 200 colleghi uccisi – ha fatto sapere Assostampa Ferrara con l’Associazione Stampa Emilia-Romagna, in un intervento congiunto letto dalla giornalista Stefania Andreotti – non può essere vissuto in silenzio, così come il tentativo di screditarne il lavoro e la memoria. Come giornalisti e cittadini dobbiamo chiedere al governo italiano e alle istituzioni internazionali di farsi carico di questa tragedia e assicurare protezione, evacuazioni immediate e indagini internazionali nei confronti del governo e dell’esercito di Israele. Rivendichiamo con forza che il giornalismo non può essere affamato, torturato, messo a tacere: la verità, sempre, deve resistere”.

Quindi si sono susseguiti gli interventi degli organizzatori di Rete per la Pace, che hanno chiesto con fermezza che si faccia fronte comune sugli obiettivi: stop del genocidio, stop all’occupazione di Gaza e Cisgiordania, boicottaggio dell’economia israeliana.

Spazio in chiusura alle lettere-testamento scritte dai giornalisti di Al Jazeera, Hossam Shabat e Anas al-Sharif, composte pochi giorni prima di morire, con cui i due reporter si sono idealmente rivolti per un’ultima volta al mondo, chiedendo che la Palestina e quanto sta accadendo non venga mai dimenticato.

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