La Regione istituisca un protocollo regionale ‘Festivi nei musei’ che preveda, a partire dal 2026, standard minimi di apertura nei giorni festivi (in primis Ferragosto, Pasquetta, 1° novembre, 8 dicembre) per i musei civici beneficiari di contributi regionali, con fascia continuata minima di 8 ore e ultimo ingresso almeno 60 minuti prima della chiusura. Con un’interrogazione Giancarlo Tagliaferri (primo firmatario) e Marta Evangelisti (Fratelli d’Italia) chiedono di introdurre livelli minimi di servizio festivo (orario, accoglienza, servizi igienici, climatizzazione/comfort, accessibilità), obblighi di comunicazione (pubblicazione orari in formato aperto entro 30 giorni dalla data festiva), indicatori di risultato (sedi aperte/chiuse, visitatori/ora, tasso di rimbalzo web, soddisfazione utenti), con report pubblico entro 30 giorni dal festivo di riferimento.
“La fruizione culturale nei giorni festivi -ha sottolineato Tagliaferri- è leva strategica per turismo di prossimità, attrattività urbana e indotto commerciale, specie nelle città capoluogo. A Ferragosto, Bologna ha garantito apertura uniforme 10-19 in rete coordinata per i Musei civici e la Pinacoteca nazionale (statale) ha osservato 9-19. Parma ha visto l’apertura del Complesso monumentale della Pilotta 9-19 insieme alle altre sedi afferenti mentre Piacenza ha garantito l’apertura dei Musei civici di Palazzo Farnese 10-18. In questo contesto sono emerse differenze: a Bologna orari uniformi e comunicazione unica di rete, ma problemi di gestione dei flussi e di valorizzazione delle sedi periferiche; a Parma forte presidio statale (Pilotta) con orari estesi e comunicazione diffusa ma non pienamente integrata; a Piacenza focus sul polo civico (Farnese) con programmazione valoriale (visite incluse), ma informazione frammentata fra più canali. Per questo, sarebbe opportuno attivare, una piattaforma regionale unica (Festivi al Museo – Emilia-Romagna) che aggreghi in tempo reale le aperture e gli orari dei musei civici e statali in regione, offra percorsi tematici per città (capoluoghi e poli provinciali), garantisca multilingua e export open-data per media e operatori, sia linkata dai portali cittadini”.
Nell’atto ispettivo FdI chiede inoltre di “co-finanziare i maggiori oneri (straordinari del personale, custodia, accoglienza, comunicazione) mediante una linea dedicata nell’ambito degli strumenti attuativi della legge 18 e dei Programmi triennali, introducendo criteri premiali per reti cittadine che garantiscano orari uniformi (sul modello Bologna 10–19)” e di “fornire i dati 2024–2025 su: numero di sedi aperte nei capoluoghi a Ferragosto (civiche e statali, distinte per ente); fasce orarie adottate; affluenze e incassi (ove disponibili), con benchmark tra Bologna (rete civica 10–19 e Pinacoteca 9–19), Parma (Pilotta 9–19, Spezieria 9–13/15–19, Torrechiara 11–17, Veleia 11–18:30) e Piacenza (Farnese 10–18 con visite incluse). In caso negativo, perché tali dati non siano raccolti e in quali tempi si intenda attivare un monitoraggio regionale standardizzato”.
Infine, Tagliaferri e Evangelisti chiedono all’esecutivo regionale “con quali tempistiche si intende presentare all’Assemblea una comunicazione sugli esiti del Ferragosto 2025 nei capoluoghi (Bologna, Parma, Piacenza) e sulle azioni correttive previste per il 2026. Se, per quanto riguarda Bologna, la giunta intende affrontare le criticità nella gestione dei flussi e nella valorizzazione delle sedi museali periferiche, e se, intende supportare Piacenza nel coordinamento dell’offerta cittadina (oltre Palazzo Farnese), favorendo un percorso culturale integrato tra sedi civiche, diocesane e statali, anche attraverso un tavolo tecnico con Comune, Diocesi e ministero della cultura, per superare le criticità di frammentazione informativa segnalate dalla stampa locale”.
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