Il territorio di Argenta, comune tra i più vasti d’Italia, senza averlo scelto, ma subendolo, ha una nuova vocazione, quella di produzione di energia da fonti rinnovabili (fotovoltaico, l’agrifotovoltaico, biogas e biometano) trovando condizioni ambientali di grande favore: terreni pianeggianti, costi dei terreni più bassi rispetto al resto della pianura Padana, infrastrutture esistenti e facilmente sviluppabili e accorpamenti aziendali significativi.
Nel 2010 e 2011 si è svolta una grande campagna di incentivi che attraverso piccoli impianti ha portato a 7 MW/h prodotti da impianti a biogas e 7,4 Mw/h da fotovoltaici a terra. Numeri che hanno preoccupato le amministrazioni e i cittadini. Ma che sono un centesimo rispetto agli impianti di cui parliamo nel 2025.
All’indomani della crisi energetica apertasi nel 2022 con l’occupazione russa dell’Ucraina e contestualmente ad un grande piano di decarbonizzazione (Green Deal), si è riacceso l’interesse per il nostro territorio. Un interesse accompagnato da un quadro normativo di favore e in continuo cambiamento, quasi schizofrenico, che potrebbe stravolgere il nostro paesaggio e calpestare anni di conservazione. Durante la primavera del 2022 vennero presentate richieste di autorizzazione per circa 20 MW/h tra Argenta e San Biagio (non ancora autorizzata) e per 7,3 MW/h tra Bando e Fiorana (ad oggi l’unico realizzato tra quelli di cui vi parlo). Nel settembre 2022 partirono le richieste autorizzative di 3 impianti legati tra loro e a due a Portomaggiore.
Le autorizzazioni furono istruite presso il MASE (Ministero dell’ambiente della sicurezza energetica autorizzati nel giugno 2024) per una dimensione complessiva su Argenta di 87 Mw/h. Il decreto del Governo del novembre 2024 è andato a determinare che solo l’agrifotovoltaico potesse essere realizzato in territorio rurale. Questa ha generato un proliferare delle richieste e così il nostro territorio, che al termine del 2022 aveva autorizzazioni rilasciate per 14 Mw/h e al termine del 2024 aveva autorizzazioni rilasciate per circa 100 Mw/h, oggi si trova di fronte a richieste di installazione per una potenza complessiva di circa 750 MW/h.
Nella prima metà del 2025 è stato autorizzato un impianto di 10 Mw/h che si insedierà tra Argenta e Bando e i rimanenti 640 Mw/h restano in attesa di autorizzazione, ma vorrei sottolineare che i Comuni rilasciano autorizzazioni solo per piccoli impianti. ll giorno 12 agosto il MASE ha espresso parere favorevole ad un impianto che da solo produrrà 165 Mw/h di elettricità (in via Val Gramigna su 265 ettari), ovvero più di tutta quella autorizzata fino a questo momento nell’argentano.
Possiamo accettare che questo sistema, continui a proliferare generando in poco tempo un potenziale di produzione di energia che soddisferebbe 200.000 famiglie su un territorio in cui ne vivono 10.000? Io credo di no. Credo che si debbano dare ai territori strumenti per regolare gli insediamenti e consentire di tutelare i cittadini. In Italia purtroppo è di fatto possibile costruire ovunque impianti come se questi non fossero veri e propri impianti industriali. Perché è possibile realizzarli allo stesso modo in cui è possibile realizzare un frutteto? Da anni aspettiamo che il governo faccia una legge per individuare le aree idonee e che in attesa sospenda le autorizzazioni. Invece di questo tema il governo se ne occupa poco e male, non regola la produzione dalle rinnovabili e lascia alla convenienza dei privati la pianificazione della produzione energetica.
Non si può essere ipocriti sul tema: l’indipendenza energetica deve essere un obiettivo fondamentale di chi amministra ma non può essere perseguita a scapito dei territori. Serve regolamentare la localizzazione degli impianti per preservare ambiente e paesaggio. Riteniamo che se anche noi dobbiamo fare la nostra parte – e dobbiamo farla -, dobbiamo avere voce per decidere dove e come. Per questo motivo davanti al rilascio di autorizzazioni in punti sensibili del nostro territorio valuteremo l’opposizione presso i tribunali e prima ancora presso la Presidenza del consiglio dei Ministri.
A tal proposito il 24 luglio abbiamo fatto appello presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri affinchè rivalutasse l’Autorizzazione Unica volta a realizzare un nuovo impianto a Boccaleone, tuttavia l’appello non è stato accolto e per questa ragione ricorreremo al Tar sottolineando come, in assenza di una norma che regola le aree idonee per l’insediamento degli impianti, debbano essere sospese le autorizzazioni. Chiediamo che il governo faccia una legge sulle aree idonee e che la Regione Emilia Romagna sia pronta a recepirla. La questione energetica viene spesa in senso di competizione industriale ma il tema è anche un altro: a beneficiarne devono essere i cittadini. L’Italia è di tutti e non di pochi e grandi produttori di energia che non possono produrla senza rispettare il territorio in cui un loro impianto viene costruito e questo concetto non sembra emergere in nessuna proposta normativa vista fino ad oggi.
Andrea Baldini – Sindaco di Argenta
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