Buskers, da festival a baraccone
Lo dico chiaro: prima da musicista, poi da politico. Il format dei Buskers è ridicolo. Non un errore, RIDICOLO. Perché l’artista di strada non nasce per i ticket o per i pacchetti “all inclusive”
Lo dico chiaro: prima da musicista, poi da politico. Il format dei Buskers è ridicolo. Non un errore, RIDICOLO. Perché l’artista di strada non nasce per i ticket o per i pacchetti “all inclusive”
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Il Ferrara Buskers Festival è una manifestazione che dal 1988 porta letteralmente… il mondo a Ferrara. Quest’anno sono attesi ben 250 artisti di strada, provenienti da 19 paesi, pronti a riempire di musica e colore il centro storico cittadino dal 27 al 31 agosto.
Un evento unico, per qualità e accessibilità, non solo in Italia che i ferraresi dovrebbero tenersi ben stretto. Lo dicono i numeri dell’indotto generato ogni anno dal festival e, soprattutto, la sua popolarità internazionale: da 38 anni, Ferrara non è nota solo per il Castello Estense ma anche per una scommessa culturale vinta. Senza dimenticare le tante imprese fornitrici che grazie al festival lavorano, tutte con i piedi ben piantati nel territorio estense.
Certo, col passare degli anni, il format del Buskers Festival è cambiato. Un po’ per tenere il passo dei tempi, complice la crisi economica e le nuove normative sulla sicurezza dei grandi eventi, e un po’ per ricercare una sostenibilità di costi senza snaturare il suo tradizionale carattere di manifestazione diffusa. Eppure non si è fermato mai, nemmeno negli anni duri del Covid, dimostrando una resilienza e longevità fuori del comune in un territorio che da tempo soffre ritardi e debolezze strutturali nel suo panorama economico.
Io penso che i tanti sforzi e sacrifici fatti dagli organizzatori vadano sostenuti, dalle istituzioni locali e dal mondo imprenditoriale in primis, ma anche compresi dai semplici cittadini. Troppo spesso capita di leggere polemiche mordenti sull’introduzione di un biglietto, assai modico (8 euro/giorno, 20 euro/5 giorni), per le serate di spettacolo. Ogni anno la Regione Emilia-Romagna, il Comune di Ferrara e il Comune di Comacchio sostengono il festival: enti amministrati da forze politiche diverse, anche opposte tra loro, che però hanno capito la sua importanza affettiva ed economica.
L’anno scorso, l’intero gruppo consiliare del Partito Democratico Ferrara ha preso una posizione chiara a sostegno della storica kermesse, auspicando che il Ferrara Buskers Festival potesse tornare presto nella sua “naturale” location. Quell’impegno è stato mantenuto e mi fa sorridere che la polemica sul costo del biglietto arrivi ora da… Comacchio, dove il 24 agosto è prevista un’unica anteprima, completamente gratuita.
Il vero problema, ieri come oggi, resta la sostenibilità economica di un evento che – per mantenere gli standard qualitativi che lo hanno reso unico nel tempo – necessita di professionalità e investimenti. Non solo di donazioni o contributi pubblici. Per questo, rinnoviamo ancora una volta l’invito a “fare squadra” di tutto il mondo politico ed economico ferrarese, per favorire il continuo miglioramento del festival.
Mattiamo in stand-by le polemiche, accendiamo la buona musica! Buon #FerraraBuskersFestival a tutti.
Davide Nanni – Consigliere comunale Pd Ferrara
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