Attualità
19 Agosto 2025
Intervento “da musicista e da politico” di Farinelli (Pd Comacchio) sul la kermesse del musicista di strada

Buskers, da festival a baraccone

di Redazione | 2 min

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di Michele Farinelli*

Lo dico chiaro: prima da musicista, poi da politico. Il format dei Buskers è ridicolo. Non un errore, RIDICOLO. Perché l’artista di strada non nasce per i ticket o per i pacchetti “all inclusive”.

Nasce per il cappello, per la libertà, per suonare o esibire la sua arte ovunque senza chiedere permessi a nessuno. E invece? Hanno preso un’anima pura e l’hanno trasformata in un luna park.

Io i Buskers li ho fatti nel 2011, 2012 e 2014. Li ho vissuti davvero. E vi dico una cosa: il festival è scivolato sempre più giù. Da tre anni è un teatrino senza fascino. E come se non bastasse, ci mettono pure il carico: un’anteprima nel Comune di Comacchio di domenica. L’unica data “gratuita”, piazzata proprio nel giorno peggiore dell’anno, la domenica del rientro dalle ferie. Complimenti! Se l’obiettivo era azzoppare l’afflusso, ci sono riusciti.

Allora sapete che vi dico? Ben venga se si alternasse una nuova gestione, perché la musica di strada è un’altra cosa. È contatto, non distanza. È emozione, non palchi che ti separano. È la gente che ti guarda negli occhi, non il tornello che ti chiede il biglietto. E smettiamola con la favola che questa sia cultura. Fatto così è business spacciato per arte. È merchandising travestito da tradizione. La musica di strada non è un baraccone da svendere al migliore offerente.

Perciò basta ipocrisie: ad oggi il tutto è un circo di plastica. Perché l’arte vera non si compra e non si vende. Si vive. “Meglio un cappello pieno che un palcoscenico vuoto”.

Buona “Ninna Nanna a tutti”

*segretario del Partito Democratico di Comacchio

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