Lettere al Direttore
19 Agosto 2025

Manager e operai, è la matematica che frega

di Redazione | 4 min

Egregio Direttore,

Le scrivo in risposta al blog di Faccio dal titolo “Gli operai lavorano, i grandi manager guadagnano“. Per ragioni storiche e familiari sono vicino alla comunità che Faccio rappresenta, anche se lo studio dei fenomeni economici mi hanno portato a vedere le cose in modo diverso.

Caro Faccio, a voi è la matematica che vi frega.

In Italia ci sono 120 mila manager e 10 milioni di operai (un po’ meno ma lasciami arrotondare, il risultato finale non cambia molto) . Facciamo che lo stipendio medio dei dirigenti sia 100.000€ (arrotondato per comodità), e tagliamolo di 25.000€ da destinare agli operai (il sistema economico collassa ma chissenefrega).
25.000€ presi ad ogni dirigente creano una sommetta di 3.000 milioni di euro (mica male eh?) che diviso per ogni operaio fa 300€ all’anno, 25€ al mese (lordi eh …).
Bene, abbiamo distrutto il sistema economico, perché i dirigenti smetteranno di esserlo e diventeranno quadri, che a loro volta diventeranno impiegati e così via. Però gli operai possono permettersi una pizza in più ogni mese!
Qualcosa non va vero?
E se smettessimo di pensare che ci sia una torta fissa e che se la mia fetta è piccola è colpa di qualcun altro che ha una fetta più grossa? (È una scemenza, ma raccontata bene perché è dal 1848 che funziona).
I salari reali non crescono (anzi calano) perché da trent’anni non cresce abbastanza la produttività.
Perché le aziende sono troppo piccole, perché si investe in bar e ristoranti e non in tecnologia, per la mancanza di concorrenza in vari settori, per l’enorme burocrazia e uno stato ipertrofico che controlla il 50% del PIL, perché la giustizia non funziona e spesso blocca gli investimenti privati, perché si buttano 220 miliardi nei bonus edilizi (li si che i manager si sono rifatti la villetta con i soldi degli operai), perché politica e elettori hanno fatto un patto basato sull’assistenzialismo, perché a destra si chiude la strada a investitori stranieri e a sinistra si alimenta un atteggiamento fortemente anti-impresa, e per mille altre ragioni.
Tra le quali non ci sono gli stipendi dei manager e nemmeno le disuguaglianze (altra malattia endemica dell’ideologia pauperista). Il fatto che un manager guadagni anche 500.000€ all’anno non ci rende più poveri, anzi. Ci possono essere casi singoli di stipendi immeritati, ma non durano nel tempo. Nel medio lungo periodo quel reddito può essere giustificato solo dalla capacità di creare valore per l’azienda, e quindi per tutti quelli che ci lavorano. Ripeto ci sono anomalie, ma le vediamo solo perchè ci concentriamo su di esse. Guardando i grandi numeri si scopre che quella degli stipendi immeritati e solo una narrazione buona per i social e le sparate populiste.
Tu vuoi alzare ancora la tassazione. Lo sai che l’Italia è uno dei paesi con le tasse più alte al mondo? Un manager da allo stato il 50% del suo stipendio, e il 15% degli italiani pagano il 65% dell’Irpef mentre metà degli italiani non pagano nulla. Alzare le tasse in questa situazione può portare solo alla fuga di capitali all’estero e all’aumento dell’evasione fiscale.
Non è con questa ricetta che si cambia la situazione, ma con la consapevolezza che va abbandonata l’accettazione cieca di principi e valori ai quali ci siamo affezionati, ma che producono risultati contrari ai nostri desideri.
Il sindacato ha responsabilità enormi nel mantenimento delle condizioni che tu denunci. Finché ripetono slogan anacronistici come quello della precarietà causata dal Jobs Act (quando tutti i numeri Istat riportano una situazione esattamente opposta), invece di occuparsi dei temi che ti ho citato sopra, i salari non saliranno di sicuro.
A proposito di precarietà sappi che siamo tutti precari nella vita come nel lavoro. Sta arrivando l’onda dell’intelligenza artificiale e già nel 2026 ci farà del male, ma pensa un po’, gli operai saranno quelli che soffriranno meno. Spariranno impiegati e manager, questo quello che risulta da uno studio effettuato da Microsoft e pubblicato qualche giorno fa (https://www.corriere.it/tecnologia/cards/l-ai-mi-rubera-il-lavoro-la-classifica-di-microsoft-sulle-professioni-piu-minacciate-dall-intelligenza-artificiale/la-ricerca-di-microsoft_principale.shtml?refresh_ce).
L’intelligenza artificiale riuscirà dove hanno fallito sindacati e politici (e i loro elettori) ?
Ve lo auguro, ma intanto cominciate a guardare avanti e non indietro, e lasciate stare le buste paga altrui, non è da li che arriva il cambiamento.

Ciao Faccio.

Antonio Lagrazia

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