Sono passati due anni dalla chiusura del Cps La Resistenza, uno spazio che per anni ha rappresentato “un presidio sociale e culturale nel cuore della città, frequentato all’epoca da più di mille soci”. Due anni segnati da promesse disattese, interlocuzioni mancate e un crescente senso di frustrazione. Il collettivo è netto: “Avete una ulteriore possibilità di fare ciò che rifuggite da due anni, abbiamo chiesto con Ancescao un incontro ad inizio di questo mese. Se non dovesse esservi seguito non ci resterà altra possibilità che procedere, ancora una volta, nelle sedi preposte, anche per vie legali”.
Una minaccia chiara, che arriva dopo un lungo percorso fatto di “finti incontri e dichiarazioni, ora possiamo dirlo con certezza, propagandistiche. Almeno da parte di questa Amministrazione comunale”.
Secondo i membri del Cps, nonostante l’impegno profuso per “organizzare nel minor tempo possibile il cantiere necessario, da finanziare almeno in parte con la raccolta fondi che abbiamo lanciato”, e per rispondere all’ordinanza sindacale del 16 agosto 2023 con un progetto concreto, “non ha mai ricevuto nemmeno l’ombra di una minima considerazione”.
Il racconto è un susseguirsi di porte chiuse e responsabilità rimbalzate: dagli assessori che dichiarano “non è responsabilità nostra, bisogna sentire i tecnici preposti”, ai tecnici che rimandano alla “parte politica ed al sindaco”, fino alle parole dello stesso primo cittadino: “Non ho idea di cosa facciate là dentro, ma non importa, dovete trovarvi un posto in affitto”.
Per il collettivo, la gestione della vicenda è diventata “il gioco tra gatto e topo”: lavori richiesti e realizzati, un progetto presentato e mai discusso, e poi il silenzio. “Non una risposta, non un dato concreto, non ulteriori incontri, tutto è stato lasciato nel limbo. Perché è comodo così, per loro”.
La denuncia è pesante: “Questo ci testimonia quanto siano state parole puramente propagandistiche. Quanto questo sindaco e questa Amministrazione si spendano unicamente per ciò che fa loro comodo, azzerando il confronto quando sanno di non aver ragione”.
E mentre si rivendica la disponibilità costante al confronto – “Noi siamo sempre stati disponibili ad avviare un dialogo serio, voi vi siete sempre ritratti o avete tentato di allungare il brodo rimbalzandoci tra mille uffici e figure differenti” – la conclusione è senza appello: “Anche il nascondino solitamente finisce. Di certo sarebbe bene che questa Amministrazione smetta di giocare e si metta a lavorare anche su questo grande tema”.
Il Cps La Resistenza non intende arretrare: “Lo facciamo per il diritto di uno spazio comune, che significa uno spazio per tutte e tutti”.
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