Cronaca
14 Agosto 2025
Disavventura per un 51enne, imbrogliato via telefono da un sedicente bancario e da un finto ispettore di polizia. Andrea Maggi (Lega Consumatori): "Il dato più inquietante è che vengono colpiti indistintamente, giovani, anziani, esperti o meno esperti"

“Siamo la Questura”, ma è una truffa. Ferrarese perde 50mila euro

di Davide Soattin | 4 min

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Sembrano chiamate vere, provenienti da numeri realmente esistenti di enti e istituzioni come possono essere la propria banca o le forze dell’ordine. In realtà però – dall’altra parte della cornetta – ci sono abili truffatori pronti a ingannare l’ignaro interlocutore che, credendo di aver a che fare con qualcuno di qualificato, segue gli ordini impartiti e finisce per perdere – in pochi minuti – i risparmi di una vita intera. Quando infatti il malcapitato arriva a comprendere l’inganno, spesso è troppo tardi per porvi rimedio.

La stessa disavventura – durante le scorse settimane – è successa a un 51enne ferrarese, truffato di quasi 50mila euro. L’uomo era a Comacchio per lavoro, quando il telefono cellulare aveva iniziato a squillare. Sul display, il numero reale della propria filiale Bper, a parlare un sedicente responsabile dell’istituto bancario che lo aveva avvisato di un sospetto tentativo di transazione effettuato dal proprio conto corrente, dicendo che avrebbe inviato una segnalazione tramite pec alla polizia di Stato.

A rendere la trappola ancora più credibile, pochi minuti dopo il 51enne ricevette una seconda telefonata, apparentemente dalla Questura di Ferrara. All’altro capo della linea, un falso ispettore della Polizia di Stato lo invitava a trasferire il denaro su un conto corrente sicuro per evitare spiacevoli conseguenze. Convinto di agire per proteggere i propri risparmi, l’uomo eseguì senza esitazione quanto suggerito, spostando 48.500 euro dal proprio conto a un altro. Solo un mese più tardi avrebbe scoperto la truffa orchestrata ai propri danni.

Infatti, quel conto apparteneva a un intestatario fittizio, e faceva parte del meccanismo utilizzato dai truffatori per incassare il denaro e farlo sparire rapidamente.

Solo un mese più tardi, dopo aver capito di essere stato ingannato, l’uomo è andata in Questura e ha sporto denuncia per truffa. La Procura di Ferrara – che ora ha aperto un fascicolo di indagine – ha quindi ottenuto un sequestro preventivo del conto corrente a cui era stato inviato il bonifico. Ma ormai era troppo tardi: della somma trasferita, erano rimasti disponibili solo 5mila euro. Il resto invece era già stato movimentato e disperso su altri conti, forse anche all’estero, rendendo complicato risalire ai responsabili della truffa.

A lanciare l’allarme sul preoccupante fenomeno è Andrea Maggi, consigliere nazionale e vicepresidente regionale della Lega Consumatori che – in questi giorni – sta intensificando la campagna di informazione contro le telefonate truffa che stanno colpendo non solo Ferrara e provincia. Un inganno tanto subdolo quanto efficace che prende di mira anche le persone più attente e prudenti.

“Riceviamo ogni giorno segnalazioni di persone cadute vittime di questo schema – racconta Maggi – e il dato più inquietante è che colpisce indistintamente, giovani, anziani, esperti o meno esperti. La truffa è studiata nei minimi dettagli per sembrare reale.  Ed è proprio questo il suo potere, ma una speranza c’è e arriva dall’Agcom, l’Autorità per le Comunicazioni, che ha recentemente approvato nuove misure per arginare il fenomeno, introducendo l’obbligo per gli operatori telefonici di bloccare automaticamente le chiamate falsificate che provengono dall’estero, ma mostrano numeri italiani”.

Maggi prosegue: “Una prima risposta concreta che rappresenta un passo avanti importante nella lotta. È un segnale positivo che ci fa sperare in un futuro in cui questo tipo di truffe non sarà più possibile, ma sappiamo che i truffatori non si arrendono facilmente. Per questo oggi più che mai serve la massima attenzione. È fondamentale sapere che nessuna banca chiede di trasferire denaro telefonicamente o di comunicare i propri codici personali e che nessuna forza dell’ordine interviene via telefono nelle operazioni bancarie”.

Per questo motivo, Maggi rilancia le cinque regole d’oro per proteggersi dallo spoofing (questo il nome della tecnica utilizzata dai truffatori per nascondersi dietro numeri telefonici reali): “Innanzitutto, occorre non fidarsi mai del numero visualizzato sul display che può essere contraffatto. Non bisogna mai effettuare bonifici su richiesta telefonica, anche se la voce sembra quella della banca, così come non bisogna comunicare codice otp e credenziali personali al telefono. In caso di dubbio, riattaccare o richiamare la banca alle forze dell’ordine da un altro telefono, usando i numeri ufficiali. Segnalare inoltre subito l’accaduto alla polizia postale o presentare denuncia alle autorità competenti. E infine l’invito più importante: condividere e informare soprattutto le persone più vulnerabili come gli anziani. In un mondo dove la truffa si nasconde dietro un numero familiare l’informazione è la nostra arma più potente. Se uniamo attenzione,  tecnologia e consapevolezza possiamo sconfiggere lo spoofing e restituire sicurezza ai cittadini”.

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