Cronaca
13 Agosto 2025
Chiusa l'inchiesta per soci e amministratori della Ti Ristrutturo Srl e della Elite Business Consulting Srls. Al centro dell'inchiesta un raggiro da quasi 530mila euro, le difese: "Estranei alle accuse"

Truffa del Superbonus, indagine per quattro

di Davide Soattin | 4 min

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Avrebbero imbrogliato decine di clienti, incassando sostanziosi acconti per lavori che non avrebbero mai portato a compimento. È quello che gli uffici della Procura di Ferrara contestano a quattro ferraresi, amministratori e soci delle società Ti Ristrutturo Srl ed Elite Business Consulting Srls, oggi accusati – a vario titolo – di truffa relativamente ad alcuni lavori di ristrutturazione edilizia e di efficientamento energetico di immobili tra le province di Ferrara, Bologna e Ravenna.

In tutto, stando alle contestazioni avanzate dal pm titolare del fascicolo di inchiesta Stefano Longhi, che ha già notificato l’avviso di fine indagini, si parla di raggiri che avrebbero fruttato quasi 530mila euro dal 1° luglio 2022 al 27 marzo 2023 tra Ferrara, Riva del Po, Bondeno, Copparo, Imola e Ravenna ai danni di oltre dieci famiglie offese, molte delle quali attualmente assistite dagli avvocati ferraresi Simone Bianchi, Rossella Bighi, Federica Greco e Zobeide Pastorelli.

A finire nei guai, nello specifico, sono il 38enne amministratore unico della Ti Ristrutturo Srl – società che aveva sede legale a Imola, oggi in liquidazione giudiziale – che dal 3 gennaio 2023 ricopre lo stesso incarico anche nella Elite Business Consulting Srls di Forlì; il 66enne che aveva rivestito la carica di amministratore unico della Elite Business Consulting dal 29 gennaio 2019 al 3 gennaio 2023; il 34enne amministratore di fatto di entrambe le società; e la moglie di quest’ultimo, 31enne, sua diretta collaboratrice.

Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, le due imprese avrebbero proposto ai loro clienti interventi di ristrutturazione edilizia e di efficientamento energetico degli immobili, prospettando la possibilità di usufruire delle agevolazioni fiscali previste dal Superbonus 110% e dall’Ecobonus. In tal modo, sarebbero riuscite a farsi versare somme di denaro a titolo di acconto tramite contanti, assegni o bonifici, pur essendo prive di mezzi e di risorse adeguati a garantire il concreto adempimento degli impegni contrattuali assunti e quindi dei lavori per cui erano state contattate.

In particolare, nel corso degli incontri preliminari per la stipula dei contratti con la Elite Business Consulting – società che avrebbe dovuto operare come general contractor – e con la Ti Ristrutturo, gli amministratori avrebbero presentato ai potenziali clienti una presunta e consolidata esperienza professionale nel settore edilizio. Secondo la Procura, tale esperienza era in realtà inesistente: la Elite Business Consulting non aveva mai svolto attività di questo tipo, mentre la Ti Ristrutturo – che avrebbe dovuto eseguire i lavori, subappaltandoli ad altre imprese – era stata costituita ad hoc nello stesso periodo.

Per la Procura, i contratti predisposti avrebbero avuto un contenuto volutamente generico e i clienti sarebbero stati sollecitati a sottoscriverli in tempi ristretti, con la prospettiva di un rapido avvio dei lavori, senza che ciò sarebbe però mai avvenuto. Nonostante la firma dei contratti e l’incasso degli acconti infatti, secondo l’impianto accusatorio, non sarebbero state intraprese le attività indispensabili per l’esecuzione degli interventi, come la redazione degli studi di fattibilità, l’acquisto dei materiali e l’affidamento degli incarichi alle imprese esecutrici.

Di fronte ai ritardi, i clienti sarebbero stati rassicurati attribuendo le responsabilità a presunti terzi, in realtà inesistenti, e – in alcuni casi – persino indotti a versare ulteriori somme di denaro, a seguito di modifiche contrattuali concordate e con la promessa di concludere i lavori entro una data certa. Nel frattempo, però, le centinaia di migliaia di euro incassate sarebbero state destinate a scopi del tutto estranei a quelli previsti dai contratti, in particolare al pagamento delle spese personali del 34enne amministratore di fatto delle due società e della moglie 31enne di quest’ultimo.

“Il 415 bis – commenta l’avvocato Simone Bianchi, che assiste molteplici persone offese – era un passaggio necessario che io e i miei assistiti attendevamo con impazienza, ma chiaramente questa è una indagine molto complessa che ha richiesto tempi lunghi per svolgere tutti i necessari approfondimenti. Leggendo gli atti abbiamo avuto modo di apprezzare lo sforzo e il lavoro fatto dalla Procura. Ora attendiamo gli sviluppi e chiaramente auspichiamo l’esercizio dell’azione penale. Se così sarà ci faremo trovare pronti per dare il nostro contributo nella fase processuale”.

A difendere i quattro indagati sono invece gli avvocati Gian Luigi Pieraccini e Francesco Mantovani che – a nome dei loro assistiti – respingono le accuse: “Stiamo ancora studiando le carte, ma fin da subito sosteniamo si sia trattato di inadempienze contrattuali e non certamente di una truffa. Così come possiamo dire che i nostri clienti non hanno mai costruito società fantasma, società ad hoc, per fare i raggiri. Alcuni lavori sono stati fatti e terminati, altri no. Non dimentichiamo che il periodo in cui s’inseriscono i fatti è stato pieno di problematiche. Questi tipi di bonus edilizi sono stati regolamentati con leggi fatte male e da lì ne sono derivate molte conseguenze. Ma ci teniamo a precisare che i nostri assistiti sono estranei alle accuse che vengono loro mosse“.

L’inchiesta eseguita dalla Guardia di Finanza, ora arrivata alle battute finali, lascia spazio alla controparte: gli indagati potranno presentare memorie difensive e documenti per sostenere la propria versione, prima che la Procura di Ferrara decida se procedere con la richiesta di rinvio a giudizio per i quattro indagati.

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