Attualità
11 Agosto 2025
Ferrara Transfemminista e Out!* escono allo scoperto sui social e attaccano: "La Lega penalizza le persone trans e l'opposizione dorme. Con chi avremmo dovuto parlare?"

Volantini contro l’assessore Coletti. I collettivi: “Eccoci, siamo le ignote”

di Elena Coatti | 3 min

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I collettivi Ferrara Transfemminista e Out!* rivendicano, tramite un post pubblicato sui social, l’affissione dei volantini apparsi recentemente a Ferrara che contestavano l’inazione dell’amministrazione comunale in merito alla vicenda della detenuta transgender, vittima di violenza sessuale nel carcere dell’Arginone. L’assessore Cristina Coletti, destinataria di alcune critiche nei volantini, aveva sporto denuncia contro ignoti.

L’azione, definita da alcuni come “attacco personale” all’assessore, sarebbe invece, secondo le attiviste, “un gesto per rompere il silenzio“. “Non riguardava la sola assessora o singoli personaggi nella loro sfera privata – scrivono – ma il ruolo che hanno ricoperto pubblicamente nella vicenda. Volevamo mobilitare il dibattito attorno a un fatto grave che ha colpito una persona della nostra comunità, in contrasto con l’insensibilità delle istituzioni e dei media“.

Nel mirino, il linguaggio usato in Consiglio comunale del 7 luglio. “L’assessora Coletti ha misgenderato la detenuta e non ha corretto l’errore, nemmeno dopo essere stata richiamata dalla consigliera Anna Zonari – scrivono i collettivi -. Il misgendering è una microaggressione, anche se attuata inconsapevolmente, e da una figura istituzionale di rilievo ci aspettiamo l’uso corretto delle parole”.

Le attiviste, poi, respingono l’idea di aver inventato l’accusa: “Non abbiamo detto che l’assessora ‘avrebbe’ misgenderato la detenuta, lo ha fatto e si sente chiaramente dal video del Consiglio comunale“.

Successivamente, nel comunicato puntano il dito contro la politica locale, accusandola di blameshifting, ossia lo spostamento delle responsabilità su altri per evitare di affrontare i propri errori. “Le forze politiche non hanno mostrato alcuna volontà di discutere del tema – scrivono -. La Lega, partito con cui l’assessora era candidata, porta avanti riforme nazionali che penalizzano le persone trans, soprattutto minorenni. L’opposizione dorme da anni e si è svegliata solo di recente, non senza criticità. Esattamente, con chi avremmo dovuto parlare?“.

La mancata richiesta di un incontro formale, spiegano, nasce proprio dalla “disillusione” verso chi governa e chi siede in minoranza: “Se avessero voluto mettersi in discussione, lo avrebbero fatto nei giorni precedenti al volantinaggio”.

I collettivi invitano così i ferraresi ad andare oltre il “fastidio di pancia” e a interrogarsi sulle microaggressioni quotidiane: misgendering, deadnaming (il riferirsi a una persona transgender con il nome di battesimo, ndr) e discriminazioni verso persone trans e altre minoranze. 

“Quante persone si sono sentite a disagio leggendo quei volantini perché qualcuno ha osato dire che quel modo di fare è violento? – aggiungono nel comunicato -.Se per voi è uno ‘sfregio’, lo rivendichiamo, perché ha fatto emergere la resistenza al cambiamento e al confronto politico che da tempo denunciamo. E soprattutto lo rivendichiamo per tutte quelle persone che per anni hanno subito gli effetti di questa ostilità. Non siete sole, vi vediamo e vi siamo vicine”.

“Ribadiamo la nostra richiesta: le figure competenti del Comune e del Carcere devono assumere una posizione chiara e concreta, definendo con precisione le proprie responsabilità e il proprio ruolo, sia nell’azione quotidiana sia nella prevenzione di situazioni simili in futuro. Chiediamo la creazione di sezioni apposite per detenute trans* anche a Ferrara; l’implementazione di misure, in linea con il diritto internazionale, che garantiscano la serenità e la sicurezza delle persone trans* detenute; l’avvio di progetti di sensibilizzazione, supporto e sportello all’interno della struttura carceraria; l’attivazione di iniziative di sensibilizzazione sulle identità trans* nel tessuto cittadino, coinvolgendo scuole e università con il contributo diretto di persone della comunità. Il confronto non ci spaventa: ciò che ci preoccupa davvero è l’indifferenza, quel disinteresse che continuate a dimostrare concentrandovi sulla forma delle nostre azioni anziché sui contenuti e sulle ragioni che le motivano” concludono i collettivi Ferrara Transfemminista e Out!*.

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