di Nicolò Govoni
I tifosi di tutta Italia uniti contro le nuove disposizioni sui tagliandi dell’Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive del Ministero dell’Interno: le decisioni per la stagione 2025-2026 stanno scatenando la rabbia dei supporter dell’intero stivale.
L’ira delle tifoserie organizzate non passa tanto per l’introduzione dell’obbligo del biglietto nominale – esclusi, ovviamente, gli abbonamenti – per i tifosi che entrano al palasport, ma le ripercussioni di un’altra imposizione dell’Osservatorio, che potrebbe compromettere la partecipazione e il supporto sugli spalti nelle partite in trasferta. I tifosi ospiti, infatti, dalla stagione alle porte avranno l’obbligo di acquistare il biglietto entro le ore 19 del giorno precedente alla partita. Ciò per permettere tutte le verifiche del caso da parte degli organi di polizia.
Questo provvedimento ha trovato l’opposizione compatta da parte dei gruppi organizzati di Serie A, Serie A2 e Serie B, vale a dire tutti i campionati nazionali che saranno coinvolti in tale decisione. Alla protesta ha aderito anche il Sesto Uomo Ferrara, che ha condiviso il comunicato di ferma contrarietà nei confronti delle nuove disposizioni, firmato dai gruppi e dalle tifoserie organizzate del basket professionistico italiano.
“Oggi assistiamo a un nuovo attacco alla libertà del tifoso”, si legge nel comunicato comune. “È pura follia quella di imporre alle tifoserie ospiti l’obbligo di acquisto dei tagliandi entro e non oltre le ore 19 del giorno precedente l’evento in ricevitorie autorizzate. Una misura che penalizza tutti i tifosi”.
Una decisione che coinvolge non solo ultras, ma tutti i tifosi e appassionati che intendono seguire la propria squadra in trasferta: “Non è accettabile che una famiglia, un semplice tifoso, amante dei propri colori, non possa essere ‘libero’ di acquistare il tagliando e decidere se seguire la propria squadra il giorno stesso dell’evento, come accade da sempre in ogni realtà sportiva sana“, prosegue il comunicato.
Infine, la richiesta alle istituzioni competenti e alle società “di prendere posizione contro questa disposizione assurda, che non garantisce maggiore sicurezza ma genera solo disaffezione e frustrazione tra chi sostiene la propria squadra con sacrificio e cuore”, perché “senza tifosi non c’è partita“.
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