di Domenico Bedin*
In questi giorni è deceduta Silvia Sgarbanti. Molti a Ferrara la conoscevano, ma desidero condividerne la memoria con tutta la città. Spesso le persone che operano silenziose sono fondamento della comunità sia religiosa che civile.
Silvia per cinquant’anni e più, con il gruppo “Amici di Kamituga”, ha sostenuto l’opera straordinaria di don Dioli prima e poi di don Francesco Forini nella missione in Congo a Kamitiuga. E’ una zona travagliata da guerre continue e da ondate di profughi che arrivano e partono secondo i rovesci delle vicende politiche. Luogo di miseria accanto a giacimenti di diamanti, oro e terre rare.
Chi a Ferrara ha seguito le vicende di questa Missione ricorda il centro per gli handicappati e le varie scuole professionali che grazie agli amici di Kamituga si sono realizzate. Silvia e Gianni, suo marito, hanno trascorso un anno e poi vari periodi con don Dioli e tornando a Ferrara hanno raccontato e tenuto vivo l’impegno per sostenere queste opere. Il mercatino di Kamituga era un appuntamento fisso in città vicino a Natale che raccoglieva la solidarietà, ma era anche l’occasione per far incontre non solo la Chiesa ma anche l’ amministrazione comunale alle problematiche Missionarie.
Silvia era stata contagiata dal ‘mal d’Africa’ e la sua casa era luogo di incontro di chiunque avesse nel cuore l’africa… ormai parlava Swaili e dobbiamo a Lei l’arrivo di due carissimi sacerdoti congolesi. Don Moni, appena scomparso e don Raimondo, ora nominato parroco a Pontegradella, dopo anni di vita da profughi in Tanzania, grazie alla sua insistenza, sono arrivati a Ferrara.
La sera prima di morire, dall’ospedale di Belluno, mi ha telefonato perchè sapeva che ero in Africa. Mi ha detto parole tenerissime e mi ha invitato a continuare a voler bene ai poveri e di lasciarmi affascinare dalla sua Africa. E’ stata la sua Benedizione.
*presidente Associazione Viale K
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