di Nicolò Govoni
Il primo allenatore del nuovo corso dell’Ars et Labor Ferrara è Stefano Di Benedetto. Il mister biancazzurro è stato presentato al centro sportivo “G.B. Fabbri”, a meno di venti giorni dal primo impegno ufficiale di stagione.
Nel suo nuovo ruolo di direttore sportivo, è Mirco Antenucci a presentare il tecnico biancazzurro: “Sono stati giorni molto intensi, abbiamo condensato in breve tempo il lavoro di mesi. Oggi è un giorno di rinascita per la nostra città: riparte il calcio, e sono molto emozionato, nonostante un’estate difficile”. Poi, passando al mister: “Di Benedetto è un profilo preparato e interessante, è un piacere lavorare con lui: è l’allenatore adatto per la nostra piazza”.
“Sono onorato di essere qui, alla guida di una squadra gloriosa” queste le prime parole del neo-allenatore dell’Ars et Labor. “Darò tutto me stesso per riportarla nelle categorie che merita“.
“Quando la proprietà mi ha chiesto, tramite consulenti, di sposare il progetto, non ci ho pensato due volte: è iniziato un grande lavoro quotidiano che ci ha fatto conoscere, c’è molta empatia. Abbiamo scelto insieme i giocatori, alcuni li conoscevamo, mentre abbiamo studiato altri profili. Ma l’aspetto più importante, di comune accordo con il direttore, è stato selezionare giocatori sì forti ma con le giuste qualità umane: ragazzi che sposassero la causa di questi gloriosi colori a prescindere dalla categoria“.
La città si aspetta tanto: “La pressione deve essere uno stimolo per noi”, prosegue Di Benedetto. “Sappiamo cosa vuole la città, e con tutte le nostre forze stiamo cercando di allestire una squadra forte e che sia propositiva nel gioco: con la consapevolezza che siamo la Spal e che dobbiamo fare un certo tipo di percorso”.
Che squadra vedremo in campo? “A me piace una squadra che si imponga e domini l’avversario, e la scelta dei giocatori si è basata anche su questo. Ma non è tutto, servirà organizzazione anche in fase di non possesso: solidi, strutturati e con fisicità”. E il modulo? “Ci stiamo lavorando, su un modulo con varianti, per non essere prevedibili: a seconda della partita o del periodo della stagione servirà flessibilità”.
Il lavoro prosegue a ritmo serrato. “Ci vorrà tempo per raggiungere l’organizzazione che voglio, una squadra con delle idee nelle due fasi di gioco: a me piace preparare con cura ogni dettaglio. Il tempo adesso, però, è poco: stiamo facendo doppie sedute di allenamento, per presentarci nel migliore dei modi al primo impegno in Coppa”, il prossimo 24 agosto contro il Mesola. “Siamo concentrati su noi stessi, per affrontare un campionato impegnativo e lungo”.
“Conosco queste categorie, sono difficili”, spiega Di Benedetto, che racconta il suo percorso da allenatore. “Ho iniziato a ventisei anni, tra prima categoria e promozione, per poi collaborare con Boscaglia tra C e B”. Poi le giovanili a Trapani, il Palermo di Zamparini, il Parma e di nuovo in rosanero con la primavera e la prima squadra dopo le dimissioni di Baldini. Infine, la Samp e l’approdo a Ferrara.
“Nessuno ci regalerà niente: noi conosciamo le nostre qualità e crediamo nel collettivo, ma per un ottimo campionato dovremo essere umili. Ci sono molti giocatori fuori categoria: rispetteremo tuttavia ogni avversaria, che darà tutto quando ci incontrerà, perché senza lo spirito giusto rischiamo brutte figure“.
Il nuovo allenatore biancazzurro si pone due obiettivi: “Dare alla squadra un’identità ben riconoscibile a livello collettivo, e migliorare i giocatori a livello individuale. Nel mio percorso ho studiato tanto, e nessuno mi ha mai regalato niente. Come riferimento prendo quegli allenatori che danno un’identità chiara alla squadra, perché il calcio deve regalare emozioni alla propria gente attraverso il gioco, trascinando e coinvolgendo i tifosi. E non c’è occasione migliore per riportare entusiasmo in una piazza come Ferrara”.
“Servirà l’apporto dei tifosi“, conclude Di Benedetto. “So quanto la città sia legata alla squadra, e sta soffrendo per quanto è accaduto, e non è giusto. Cercheremo con tutte le nostre forze di meritarci la fiducia della gente, onorando la maglia in partita e in ogni singolo allenamento”.
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