di Emanuele Gessi
“Di questa centrale ne avremmo fatto tutti volentieri a meno”, ha esordito Balboni, il vicesindaco di Ferrara, rivolgendosi ai cittadini di Villanova, la frazione ferrarese dove l’impianto biometano – a cui i residenti si oppongono dall’inizio – sta prendendo corpo.
Il confronto fra cittadinanza e amministrazione del Comune si è tenuto nel parchetto di via Rabin, giovedì 7 agosto, a poche centinaia di metri di distanza dalla centrale. Da una parte il vicesindaco, i dirigenti comunali Alessio Stabellini e Antonio Parenti e l’ispettore della Polizia Locale Michele Maietti. Dall’altra gli abitanti. Una cinquantina di persone quelli presenti, tutti molto preoccupati per una situazione su cui vorrebbero quantomeno avere più informazioni e maggiori garanzie di tutela.
“Il problema sta nel fatto che le amministrazioni locali non dispongono degli strumenti necessari per difendersi”, ha dichiarato Balboni, che poi ha voluto comunque mettere in luce una posizione opposta: quella dell’Europa, “che considera strategiche questo tipo di infrastrutture”.
Pur senza esplicitare il riferimento, ha lanciato una frecciata politica ai dem: “Noti politici locali con cariche importanti in Regione hanno fatto promesse su nuove regolamentazioni che dovrebbero arrivare in merito a questo tipo di impianti: vediamo se le rispetteranno”.
A sua volta si è impegnato delineando uno scenario positivo per la comunità che dovrebbe presto realizzarsi. “Come amministrazione locale abbiamo costituito poche settimane fa la prima comunità energetica del Comune di Ferrara, e anche a Villanova avremo sicuramente qualcosa da poter sviluppare”.
“Partecipazione dal basso e lealtà reciproca – ha infine concluso, prima di cedere la parola – siano le parole chiave per il canale di comunicazione puntuale e costruttivo che si vuole instaurare tra l’Amministrazione e i residenti”.
Al vicesindaco ha fatto seguito l’intervento di Sandra Travagli, residente e rappresentante del gruppo informale di cittadini contro la centrale, che pur riconoscendo la progressiva perdita di incisività degli enti territoriali per volontà nazionale, ha incalzato l’Amministrazione sul tema della partecipazione: “Conviveremo vent’anni con una situazione del genere, e rispetto a uno scenario così dirompente, perché l’Amministrazione non assume un atteggiamento più favorevole nei confronti di noi cittadini? La modalità con cui ci sono state fornite informazioni essenziali purtroppo spesso è stata reticente. E invece bisognerebbe fare fronte comune e frapporsi alla posizione dominante e colonialista di questi imprenditori che non si fanno neanche più vedere. La Vorn (azienda tedesca ora proprietaria della centrale, ndr) che è una grossa potenza, se ne frega”. Travagli ha poi denunciato un cambiamento sostanziale nel progetto: “Si è arrivati ad avere un impianto anaerobico di una conformazione diversa da quanto previsto e con dimensioni che ci risultano più invasive. E le betoniere sono comparse a frotte. Questo è un cantiere di devastazione”. In conclusione, ha auspicato che le misure di compensazione “siano davvero di rilievo come promesso da Balboni: città siamo anche noi che ci troviamo ai confini dell’impero”.
Sul punto del cambiamento di progetto è intervenuto il dirigente comunale Alessio Stabellini, chiarendo che la variante è stata eseguita dall’impresa “a suo rischio e pericolo”, e che all’approvazione della Procedura Abilitativa Semplificata (Pas) si procederà solo dopo che l’accurato rispetto della normativa vigente sarà stato verificato. Stabellini ha inoltre annunciato che “l’inizio del monitoraggio dell’aria è previsto per la fine di settembre. Stiamo predisponendo il necessario al laboratorio mobile di Arpae”.
A chiudere l’incontro è stato l’ispettore della Polizia Locale Michele Maietti, che ha riconosciuto: “Ci rendiamo conto che questo cantiere sta creando disagi. Il nostro numero è aperto: continuate a chiamarci per tutte le segnalazioni del caso”. E rispondendo a chi chiedeva che venissero comunicate alla cittadinanza le sanzioni eventualmente comminate, ha aggiunto: “Ne abbiamo già comminate, continueremo a prestare la massima attenzione. Ma, a proposito della diffusione, dobbiamo tenere conto di quanto prescrive la normativa che tutela la privacy”.
Finito l’incontro con i cittadini il vicesindaco e i funzionari hanno proceduto a un sopralluogo all’interno del cantiere della futura centrale.
Il cantiere, che ha un valore dichiarato di 41 milioni di euro, ha preso il via il 6 dicembre 2024, dopo che l’Autorizzazione Unica è stata rilasciata da Arpae nel novembre 2022 (ad aprile 2025 la ditta ha chiesto una proroga di fine lavori al dicembre 2030, concessa da Arpae con silenzio-assenso del Comune).