Sono note da tempo le criticità della Casa Circondariale di Ferrara e a ricordarle ancora una volta è l’associazione Antigone Emilia Romagna che la scorsa settimana ha visitato l’istituto penitenziario.
Sovraffollamento, carenza di personale oltre a un numero esiguo di educatori (3) sono alcuni degli elementi sottolineati senza dimenticare che a metà luglio la Camera Penale di Ferrara ha donato quindici ventilatori per combattere il caldo. Una donazione voluta per la mancata approvazione, da parte del Ministero della Giustizia, del preventivo di spesa per l’installazione dell’impianto di climatizzazione.
Oltre a questo non si può dimenticare la denuncia di una detenuta transgender di essere stata violentata da quattro uomini mentre si sarebbe trovata in una cella all’interno della sezione “Protetti” che ospita omosessuali e sex offender, persone condannate per reati legati alla violenza di genere spostati dalle altre sezioni. Proprio per questi fatti la Casa Circondariale Costantino Satta aveva ricevuto l’ispezione della senatrice Ilaria Cucchi che all’uscita aveva sottolineato ai nostri taccuini come fosse “assolutamente grave che questa persona si trovi in un istituto dove non esiste una sezione adatta”.
Le osservatrici dell’associazione hanno potuto incontrare, mercoledì scorso, la nuova direttrice Maria Martone che ha segnalato alcune criticità di cui si è anticipato. Tornano a segnalare che “alla Casa circondariale di Ferrara, sono ristrette 385 persone, 341 delle quali giudicate in via definitiva” però “la capienza regolamentare è di 244 unità“.
“Gli educatori presenti – proseguono – sono 3, un numero insufficiente se si considera l’elevata presenza di detenuti con condanna definitiva. La polizia penitenziaria effettivamente presente ed operante all’interno delle sezioni è di 96 unità, un numero che ci viene indicato come molto al di sotto del livello minimo di sicurezza a fronte di una previsione in pianta organica di 216 unità complessive. Manca inoltre da tempo la figura del comandante, ne fa le veci un commissario con l’ausilio di una vicecomandante, entrambi in missione da altri istituti”.

Osservatrici di Antigone alla Casa Circondariale Costantino Satta di Ferrara (dalla pagina Facebook dell’associazione)
Le osservatrici notano che l’organizzazione delle sezioni “presenta una circuitazione complessa” e spiegano: “Sono presenti le sezioni prima e seconda, di media sicurezza a trattamento cosiddetto ‘ordinario’; la terza, di media sicurezza, a trattamento c.d. ‘intensificato’; la quarta, sempre di media sicurezza a trattamento c.d. ‘intensificato’ ma specificamente dedicata ai detenuti c.d. ‘protetti’; la quinta e la sesta sezioni penali; la settima sezione ‘Zeta’, riservata ai familiari dei collaboratori di giustizia; la sezione ‘C’ dove sono ristretti i collaboratori di giustizia; la sezione di Alta Sicurezza (AS2) e un’ultima sezione eterogenea, denominata ‘accoglienza’, che ospita, allo stesso tempo, i c.d. ‘nuovi giunti’, i detenuti in isolamento disciplinare, i detenuti in regime di sorveglianza particolare (art. 14-bis Ord. Pen.) e, più genericamente, persone per cui non si riesce a trovare altra collocazione in istituto”.
Sono invece definite “discrete” le condizioni strutturali anche se si rivelano peggiori “in alcune sezioni di media sicurezza, quali la prima, la seconda e la terza”. Segnalano inoltre “la presenza di sole due docce comuni in sezioni popolate da più di 50 persone, allocate in locali gravati da infiltrazioni” mentre “nelle zone comuni di ciascuna sezione (corridoi e salette socialità) sono presenti ventilatori in funzione”.
Buona anche “l’offerta trattamentale” con “molte attività culturali e ricreative proposte” che vedono impegnate anche “diverse associazioni e gruppi di volontari che entrano con regolarità”.
Risulta però “meno ricca l’offerta lavorativa anche se di recente sono stati avviati due nuovi percorsi professionali alle dipendenze di datori esteri e che attualmente vedono impegnate complessivamente cinque persone”.
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