di Tommaso Piacentini
Un mantra doloroso e sinistro. Al posto di preghiere, i nomi. I nomi dei 18.500 bambini palestinesi che dall’inizio del conflitto a Gaza sono stati uccisi dall’esercito israeliano, sono stati recitati ieri (6 agosto) durante la manifestazione organizzata dalla Rete per la Pace Ferrara, convocata per chiedere ancora una volta lo stop al genocidio del popolo palestinese e alla guerra che sta provocando vittime tra i più innocenti.
Divisi in due postazioni tra piazza Duomo e il listone di piazza Trento e Trieste, alcuni degli esponenti delle circa sessanta tra associazioni, sindacati e partiti politici che hanno aderito alla manifestazione e alcuni cittadini, si sono turnati per recitare 50 nomi a testa di bambini e bambine uccisi a Gaza, seguiti dall’età di ciascuno di loro. Tutte vittime giovanissime, la maggior parte tra i pochi mesi e i 5 anni, a cui la Rete ha deciso di dare voce, quella stessa voce che è stata strappata loro dalle bombe.
“La situazione peggiora ogni giorno – ha dichiarato Sergio Golinelli, uno degli organizzatori della manifestazione -. I dirigenti israeliani parlano molto e i parlamentari della Knesset stanno terminando il lavoro iniziato nel ’48 che prevedeva di espellere gran parte dei palestinesi da quello che sarebbe stato il territorio di Israele, impadronendosi delle loro case e delle loro proprietà”.
“I profughi del ’48 e i loro figli si sono rifugiati nella striscia di Gaza, quindi questa sarebbe la seconda espulsione che subirebbero – ha proseguito Golinelli – . Sono 6 milioni i palestinesi della diaspora e siccome hanno l’attestazione della condizione di profugo sancita dall’Unwra delle Nazioni unite (Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei rifugiati palestinesi nel Vicino Oriente ndr), adesso c’è una corrente di pensiero in Israele che vuole abolire l’Unwra, perché sancisce il diritto al ritorno dei palestinesi”.
Una guerra, quindi, che colpisce i civili: “Non è una guerra tra eserciti – ha sottolineato Golinelli – è una guerra contro una popolazione. I bambini registrati sono 18.500 ma non sappiamo la realtà, perché a volte i corpi sono talmente irriconoscibili da non essere registrati e, in più, questa cifra è di alcuni giorni fa, pubblicata dal Washington Post: nel frattempo ne saranno morti altri”.
Presente alla manifestazione anche la Consigliera del Partito Democratico Anna Chiappini: “Noi abbiamo aderito a questa manifestazione con grande partecipazione. Il senso di questa manifestazione è di fare presente alle persone che non passi in silenzio ciò che sta avvenendo nella striscia di Gaza, qualcosa a cui assistiamo inorriditi e, penso di interpretare il senso comune oltre a quello del mio partito, con un grande senso di impotenza”.
“Si sta consumando – ha proseguito la dem – un genocidio che ha aspetti di disumanizzazione a tali livelli che i nostri occhi non erano abituati da tempo a vedere. Oltre a portare avanti l’idea di due popoli e due stati, oltre a richiedere azioni di tipo diplomatico che, però, si sono infrante davanti all’ipocrisia e all’appoggio a Israele di tanti governi, lo scopo è dare voce a questa verità, una verità che riecheggi tra di noi“. Una verità a cui hanno fatto eco i nomi delle giovani vittime, pronunciati fino alle 23 di ieri, perché rimangano impressi nella memoria comune.