di Valter Zago*
Tiene banco la bella notizia di questi giorni che l’azienda Fri-el Green House potenzierà la sua produzione agricola idroponica in serre ad Ostellato, assumendo 400 nuove maestranze.
Allo stesso tempo, Maura Tomasi, la vicesindaca di Comacchio, ha annunciato in uno scarno video di novanta secondi che Sipro, l’Agenzia per lo sviluppo economico della Provincia di Ferrara, venderà alla stessa Fri-el parte dell’areale dell’ex zuccherificio di Comacchio per la realizzazione di un impianto fotovoltaico e di un proprio centro direzionale.
Maura Tomasi ha, tra l’altro, aggiunto che da circa un anno il Comune di Comacchio sta concordando con l’Università di Ferrara la realizzazione, sempre nella zona dell’ex zuccherificio, di un non meglio specificato centro ricerche. Infine, lei ha concluso il suo dire con il motto “è un primo passo, avanti tutta!”.
Roba da matti! Come può la vicesindaca di Comacchio, con delega anche all’ urbanistica, ignorare che tutta la superficie dell’ex impianto saccarifero di Comacchio ha dei vincoli di destinazione d’uso dettati dal “Piano di Stazione Centro-Storico di Comacchio” del Parco del Delta del Po, Il quale è sovraordinato alla strumentazione urbanistica comunale? Per non parlare della smemorata Sipro o dell’altissimo interesse archeologico di tale sito che merita una trattazione a parte di questa nota.
Il Consiglio della Provincia di Ferrara, il 27 marzo 2014, con la propria deliberazione n° 25, approvando tale piano, ha destinato il suddetto areale a funzioni portuali al servizio del sistema idroviario padano-veneto, il cui terminale più importante, l’unico di quinta classe, si attesta a mare proprio nel Comune di Comacchio.
E che dire dello scandalo del nuovo ponte mobile comacchiese al servizio dell’asta navigabile? Inaugurato nell’inverno 2009/’10 dalla sindaca Cristina Cicognani, il detto ponte ha mal funzionato fin dall’inizio per circa due anni: si apriva a singhiozzo!
Poi, complice anche l’incidente mortale che ha interessato all’inizio del 2013 la conca di navigazione di Valle Lepri, il nuovo ponte mobile è diventato, invece, – incredibile, ma vero – stabilmente immobile, azzerando così completamente la navigazione del tratto ferrarese dell’idrovia padano-veneta.
E ciò – che è ancora più incredibile – nell’indifferenza generale. Ad incominciare dallo scellerato disinteresse del Comune di Comacchio. Esecrando perché riguarda di fatto l’interruzione di un servizio pubblico! E dopo che sulla linea idroviaria Comacchio – Ferrara sono stati investiti finora ben oltre 10 milioni di euro per la sua giusta funzionalità.
E mai intervenuta a tale riguardo l’AIPo, l’Agenzia interregionale per il fiume Po, o l’Autorità giudiziaria per fare ripristinare innanzitutto a Comacchio la navigazione fluviale?
*Segretario Circolo del Delta – Sinistra Italiana ed ex presidente del Parco del Delta
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