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19 Agosto 2025

Fotovoltaico mimetico: quando l’energia si adatta all’architettura

di Redazione | 5 min

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Una luce che racconta storie

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Immagina di alzare lo sguardo su un vecchio tetto in coppi o sulla facciata intonacata di una casa di fine ‘800. Tutto sembra come sempre. Nessun riflesso metallico, nessuna cornice nera a rovinare l’armonia. Ma lì sotto, silenziosamente, si produce energia solare. Questo è il fotovoltaico mimetico: niente invasioni, niente compromessi visivi. Solo bellezza e sostenibilità che convivono, senza calpestarsi.

Non è più questione di nascondere il moderno, ma di renderlo parte integrante del paesaggio. Il fotovoltaico diventa discreto, si adatta, si mimetizza. Anche dove i vincoli architettonici sembrano insormontabili è possibile installare un impianto fotovoltaico. È proprio questo che affascina architetti e progettisti: l’idea che la tecnologia possa restare invisibile, eppure potentissima. Un gesto di rispetto verso i luoghi, le storie e le forme che ci circondano. Una rivoluzione silenziosa, che entra nei centri storici in punta di piedi… e resta lì, a fare il suo lavoro.

Non si parla più solo di efficienza, ma di armonia. I pannelli mimetici, detti anche BIPV (Building Integrated Photovoltaics), non si montano semplicemente sopra l’edificio, ne diventano parte integrante: sostituiscono tegole, si inseriscono nei parapetti, si integrano nelle facciate ventilate, fino a scomparire alla vista. E tutto questo senza perdere le capacità di generazione elettrica.

Un’evoluzione necessaria, soprattutto in Italia, dove i centri storici sono scrigni di valore architettonico, e le restrizioni estetiche rendono complicata la transizione energetica. Il mimetismo diventa quindi non solo una scelta stilistica, ma un ponte tra passato e futuro.

Abbiamo parlato di pannelli fotovoltaici rossi con gli esperti di Duowatt, leader nella fornitura di impianti con pannelli fotovoltaici colorati: ecco di seguito un riassunto della nostra chiacchierata.

Tradizione e innovazione sul tetto

Uno dei settori dove il fotovoltaico mimetico ha trovato terreno fertile è quello delle coperture. In particolare, i tetti con tegole rosse o coppi in laterizio, molto diffusi nei paesi mediterranei, rappresentano una sfida estetica. Sostituirli con pannelli neri sarebbe un pugno nell’occhio. Ma oggi esistono pannelli fotovoltaici rossi, moduli realizzati proprio dello stesso colore del coppo, in tinta RAL 8004, perfettamente identiche alle tegole tradizionali.

Un esempio di pannelli fotovoltaici rossi efficienti? Duowatt Srl propone il modulo da 405 W, tecnologia TOPCon N‑Type, con vetro temperato da 3,2 mm colorato in RAL 8004 e cornice abbinata. Duowatt Srl offre su questi moduli una garanzia di 25 anni sul prodotto e 30 anni sul rendimento lineare, assicurando circa l’84,8 % della potenza iniziale anche dopo anni di esposizione al sole e agli agenti atmosferici, potete trovare tutte le caratteristiche a questo link https://www.pannellifotovoltaicirossi.it e contattare direttamente l’azienda per informazioni, preventivi e la fornitura.

Colori, texture e vetri intelligenti

Non solo tegole: il fotovoltaico mimetico può assumere le forme più inaspettate. Le nuove generazioni di moduli colorati consentono di imitare texture e materiali come legno, metallo ossidato, mattoni antichi o persino intonaci sabbiati. I pannelli vengono serigrafati o trattati con film superficiali in grado di ingannare l’occhio, pur mantenendo la capacità di catturare la luce solare.

Una delle innovazioni più sorprendenti riguarda l’uso del colore. Grazie a tecnologie ispirate alle ali delle farfalle Morpho, alcuni pannelli riescono a mostrare tonalità differenti (dal blu al bronzo) attraverso strutture ottiche che rifrangono la luce, senza uso di pigmenti. Questo consente di ottenere superfici colorate che non compromettono l’efficienza, mantenendo rendimenti superiori al 90% rispetto ai moduli tradizionali.

Altre soluzioni puntano invece sul vetro: vetri fotovoltaici traslucidi per pergolati, pensiline o facciate continue. Ideali per edifici moderni, si presentano come semplici lastre ma racchiudono celle solari integrate nella loro struttura. Il design rimane pulito e minimale, mentre la funzione energetica lavora silenziosa, nascosta dietro il vetro. La luce passa, l’energia si genera.

Facciate che producono energia

Il concetto di mimetismo architettonico si estende ben oltre i tetti. Le facciate degli edifici sono superfici preziose, spesso inutilizzate, ma potenzialmente molto produttive. Ecco perché il fotovoltaico verticale sta prendendo piede: moduli sottili, esteticamente coerenti con il rivestimento dell’edificio, vengono inseriti tra i materiali di facciata, trasformando il palazzo in una vera e propria centrale energetica urbana.

Le possibilità estetiche sono molteplici: pannelli che imitano il corten, il travertino, l’intonaco grezzo, la pietra. Il tutto con finiture opache o lucide, a seconda dello stile dell’immobile. Anche qui, le prestazioni energetiche non vengono sacrificate: le celle utilizzate sono ad alta efficienza e la loro esposizione verticale può essere compensata da superfici ampie e ben orientate.

Queste soluzioni sono perfette per edifici pubblici, scuole, uffici e residenze che vogliono puntare alla classe energetica A o addirittura all’autonomia energetica. Senza contare l’impatto sul valore dell’immobile: integrare fonti rinnovabili nel progetto non è più solo una scelta tecnica, ma un elemento di design, capace di comunicare innovazione, responsabilità e attenzione all’ambiente.

Vincoli paesaggistici e nuove possibilità

Uno dei principali ostacoli alla diffusione del fotovoltaico in Italia è rappresentato dai vincoli paesaggistici. In molte zone, soprattutto nei centri storici o in aree soggette a tutela ambientale, l’installazione di impianti solari è soggetta a limiti molto rigidi. Pannelli visibili, sopraelevati o in contrasto cromatico vengono spesso bocciati dalle commissioni competenti.

Il fotovoltaico mimetico, però, ha cambiato le regole del gioco. Offrendo soluzioni praticamente invisibili o in perfetta continuità con l’ambiente costruito, riesce a ottenere autorizzazioni anche nei contesti più complessi. Sempre più comuni e soprintendenze stanno approvando progetti che includono coppi solari, vetri colorati, facciate integrate e moduli serigrafati.

È un cambio culturale, prima ancora che tecnologico. La sostenibilità non può più essere messa in secondo piano rispetto all’estetica: serve trovare un equilibrio. Ed è proprio questo che il fotovoltaico mimetico propone. Un compromesso intelligente, che non chiede sacrifici, ma propone soluzioni coerenti, eleganti e funzionali.

L’obiettivo, oggi, non è solo produrre energia pulita, ma farlo con stile. Senza stonature. Senza ferire il paesaggio. Senza rinunciare alla bellezza.

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