di Tommaso Piacentini
È estate: si preparano le valige per raggiungere le mete delle proprie vacanze, si dà un giro di chiave alla porta, si spengono le luci. Dopo mesi di pianificazione è arrivato il momento di godersi le ferie. A questa faccia della medaglia che presagisce l’idillio vacanziero, tuttavia, ne corrisponde una tutt’altro che positiva: si tratta dell’annoso problema dell’abbandono dei propri amici a quattro zampe.
Ferrara non è esente da questo lato negativo delle partenze estive: solamente nel mese di luglio sono stati 5 i cani tolti dalla strada e che hanno trovato rifugio presso il canile comunale, come ha dichiarato la coordinatrice Elena Marani, e di questi solamente 3 hanno trovato una nuova casa. Questi numeri, come ha sottolineato Marani, si inseriscono in un trend di decrescita rispetto ad altri periodo dell’anno, come ad esempio quelli di aprile e giugno, in cui si sono registrate delle “piccole ondate” di abbandoni che hanno raggiunto anche picchi di 15 recuperi. “Molti sono stati riconsegnati ai legittimi proprietari – ha dichiarato Marani – mentre altri, privi di chip, sono stati registrati come vero e proprio abbandono”.
In questo quadro si inserisce quella che è stata definita dall’avvocato Francesca Guglielmini, volontaria della Lega del cane, come una vera e propria piaga del territorio ferrarese: le rinunce di proprietà. Arrivate a 9 al 30 di luglio, a causa di questo fenomeno il canile di via Gramicia si trova ad essere in un forte stato di affanno: nella struttura che consente una capienza massima di 152 unità, sono 112 i cani che vi hanno trovato rifugio e molti di questi occupano, per ragioni di spazio o di esigenze caratteriali, due box anziché uno. “I Comuni – ha sottolineato Guglielmini – utilizzano lo strumento delle ordinanze sindacali per arginare fenomeni come quello dei maltrattamenti che, però, ci mette in difficoltà, perché vengono emanante in pochi giorni se non in poche ore”. Anche Elena Marani ha denunciato un aumento in percentuale delle rinunce di proprietà, che, per il canile comunale, sono arrivate a 6 in soli tre mesi, da maggio a luglio.
Guglielmini ha evidenziato un ulteriore problema localizzato principalmente nelle zone tra il bolognese e la città di Copparo, ossia quello delle staffette dal sud. Tra Minerbio e il copparese sono state ritrovate due cucciolate, rispettivamente di 5 e 6 cuccioli, che hanno destato sospetti per la zona del ritrovamento – sempre la stessa – e per l’assenza di segni di denutrizione, tanto che, una volta giunti in canile, i cuccioli si sono rifiutati di mangiare e di bere.
Da qui, l’appello della volontaria: “L’appello che voglio fare è quello alla sensibilizzazione, ovvero di non acquistare cani ma di adottarli in canile. L’amore non si compra ma si adotta“. Guglielmini ha sottolineato come la famiglia adottante viene seguita scrupolosamente durante tutto il percorso di adozione e non viene lasciata sola nemmeno a seguito della conclusione del percorso. Importante anche la donazione di cibo ai canili, che “negli ultimi anni scarseggia”, come ha evidenziato Marani: sia cibo umido che crocchette sono indispensabili, un gesto di altruismo per il migliore amico dell’uomo che si trova in un momento di difficoltà.
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