Coldiretti lancia un “sos speculazioni sul grano che viene pagato agli agricoltori quasi venti euro in meno a tonnellata rispetto allo scorso anno nonostante una produzione sotto la media”. Ismea (Istituto di servizi per il mercato agroalimentare) ha confermato le previsioni fatte da Coldiretti e Cai – Consorzi Agrari d’Italia a inizio trebbiatura con un raccolto atteso di circa 3,7 milioni di tonnellate. “Una quantità – aggiungono dall’associazione degli agricoltori – nettamente inferiore rispetto alle stime ottimistiche diffuse da industriali e realtà ad essi collegate”.
Un calo che si è visto a Ferrara, in Emilia Romagna e in tutta Italia. Nella nostra regione si parla di una produzione del 20% inferiore rispetto allo scorso anno. Un caso emblematico che incide su tutto il territorio è invece quello della provincia di Foggia che detiene il primato nazionale per superficie coltivata a cereali e contribuisce con circa il 20% alla produzione italiana di grano duro. Proprio questa è tra le aree che hanno registrato i risultati più deludenti anche a causa delle condizioni di siccità che hanno infatti determinato un calo produttivo di almeno il 20% rispetto al consueto potenziale.
Nonostante questi risultati al di sotto delle aspettative Coldiretti nota che “i prezzi pagati agli agricoltori restano bassi, con le quotazioni del grano duro che a luglio hanno perso un altro 6% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente e 15% rispetto a febbraio 2025”. Si tratta di numeri basati sull’analisi Coldiretti su dati Ismea relativi alla borsa di Foggia, punto di riferimento per i prezzi dei cereali. “Dall’altra parte – sottolineano però – i costi di produzione aumentano e a tali condizioni si mettono a rischio le prossime semine autunnali del grano”.
A pesare, secondo l’associazione di categoria, “è ancora una volta il fenomeno delle importazioni selvagge”. I primi quattro mesi del 2025 hanno infatti visto un incremento degli arrivi del 28%, secondo l’analisi Coldiretti su dati Istat, “con l’effetto di far crollare il prezzo di quello nazionale”. “Le importazioni di grano canadese – aggiungono – sono addirittura raddoppiate nello stesso periodo rispetto alla campagna commerciale precedente”.
La definiscono “una vera e propria invasione”, che confermerebbe un trend ormai consolidato: “Negli ultimi anni diversi Paesi, dal Canada alla Turchia fino alla Russia, si sono alternati nell’inondare il mercato italiano di grano. Gli arrivi aumentano proprio in prossimità del periodo di raccolta nazionale, contribuendo al crollo dei prezzi”.
“A destare ulteriore preoccupazione – conclude Coldiretti – è il fatto che il grano estero venga spesso coltivato utilizzando sostanze da tempo bandite in Europa. Un esempio è quello del Canada, dove il grano viene trattato in pre-raccolta con glifosato, una pratica vietata in Italia”.
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