Comacchio. Nonostante il divieto notturno di accesso e il daspo urbano, continuano gli atti vandalici negli stabilimenti balneari dei lidi ferraresi. A farne le spese, durante la nottata tra venerdì 1 e sabato 2 agosto, è stato lo stabilimento del Bagno Granchio del Lido di Spina, dove alcuni vandali hanno bruciato lettini, divelto ombrelloni e rotto bottiglie di alcolici sulla spiaggia.
Solidarietà al titolare dello stabilimento arriva da Michele Farinelli, segretario comunale Pd di Comacchio. “Educazione, sicurezza, responsabilità: basta slogan, servono scelte coraggiose” dice. “Esprimiamo piena solidarietà al titolare del Bagno Granchio di Lido di Spina e, con lui, a tutti gli operatori balneari che in questa stagione complicata si trovano a fronteggiare episodi inaccettabili, figli di una deriva culturale che non possiamo più ignorare” aggiunge.
“La verità – prosegue Farinelli – è semplice, anche se a qualcuno non piace sentirla: manca educazione. E no, non è un discorso da boomer. È la constatazione amara di chi sa che qualcosa si è rotto nel patto tra generazioni. I ragazzi non sono il problema. Il problema siamo noi adulti, quando smettiamo di fare gli adulti. Quando ci nascondiamo dietro alibi, quando confondiamo libertà con anarchia, quando lasciamo soli genitori, insegnanti, forze dell’ordine. E allora diciamolo chiaro: non basta sventolare il solito daspo urbano, come se fosse la bacchetta magica. Non basta inseguire il titolo a effetto. Serve ben altro”.
Il segretario spiega: “Serve un progetto. Un progetto vero. Che parta dalle famiglie, coinvolga le scuole, rimetta le istituzioni al loro posto: a lavorare insieme, senza scaricabarile. Siamo in ritardo? Sì. Ma non è una scusa per restare fermi. Nel frattempo, servono controlli seri. Servono risorse alle forze dell’ordine. Non si può chiedere l’impossibile a chi ogni giorno difende la legalità senza mezzi adeguati. E una volta individuati i responsabili – perché è giusto che lo siano – pensiamo a percorsi intelligenti di giustizia riparativa. Lavori socialmente utili per i ragazzi e per i genitori. Non per punire. Ma per costruire. Per far capire cosa c’è dietro un’attività, dietro un investimento, dietro una stagione turistica che per molti è questione di sopravvivenza”.
“Questo – chiude – è il punto: la sicurezza non è una bandierina da agitare sotto elezioni. La sicurezza è un diritto. Ma anche un dovere. Serve coscienza. Serve educazione. Ma, soprattutto, serve visione. Perché senza visione, anche il miglior Daspo diventa solo una toppa”.
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