“Ho letto di avvistamenti di cuccioli su alcuni media, ma sono informazioni errate. E no, il lupo non aggredisce le persone, se non in casi rarissimi e anomali. Nel ferrarese? Si fa sempre solo riferimento ai due branchi storici di Campotto e Valle del Mezzano, ma ce ne sono di più”. Riccardo Gennari, guida naturalistica da oltre quarant’anni nelle Valli di Argenta e portavoce di Wolf Group Italia, cerca di fare chiarezza sulla presenza del lupo nel territorio ferrarese. Un lavoro di studio e monitoraggio che svolge dal 2020 con l’associazione per smentire fake news e allarmismo e per promuovere la convivenza con questo animale.
Oggi il gruppo che coordina è uno dei riferimenti principali per chi vuole conoscere davvero il ritorno del predatore simbolo dell’equilibrio naturale. E tra dati, fototrappole e appostamenti, Gennari ha da poco raccolto una prova straordinaria della sua presenza: una nuova cucciolata di lupi, documentata con fotografie dirette.
“Quando, nel 2020, ho assistito alla prima riproduzione del lupo nel nostro territorio ho capito che bisognava organizzare un monitoraggio serio, fondato su conoscenze dirette”, racconta Gennari. Così è nato Wolf Group Italia, che oggi si occupa in particolare della provincia di Ferrara, ma si estende anche verso Ravenna e Bologna.
“Il lupo è tornato – spiega – perché ha trovato un ambiente favorevole: una disponibilità alimentare altissima, soprattutto grazie alla presenza delle nutrie, che rappresentano una risorsa quasi inesauribile. Ma anche perché l’ambiente, per quanto antropizzato, offre spazi di rifugio tra alta vegetazione e boschetti.
Gennari contesta apertamente la narrativa che parla solo dei due branchi storici. “Sulla base degli avvistamenti e delle prove raccolte, possiamo stimare tra i cinque e gli otto branchi presenti nel territorio provinciale”, afferma. La conferma più eclatante? Proprio la cucciolata ripresa di recente, appartenente a un branco nuovo e, quindi, non riconducibile ai due noti.
Il portavoce denuncia diverse falsità diffuse anche da testate e canali istituzionali. “Definire ‘cuccioli’ degli esemplari giovani ma già cresciuti è un errore grossolano. Il cucciolo è quello tra 0 e 6 mesi. Far credere che ci siano cucciolate recenti basandosi su avvistamenti di lupi in dispersione è fuorviante e crea allarme inutile”.
Lo stesso vale per i presunti pericoli per gli esseri umani: “La pericolosità non è pari a zero, ma il lupo ha un timore naturale dell’uomo. I casi in cui si avvicina sono legati a individui che possiedono tendenze di ‘confidenza’ e ‘abituazione’, ma sono rarissimi e devono essere gestiti. Io stesso, che ne ho incrociati tanti, non ho mai corso un rischio. Al contrario: sono stato morso due volte… da cani”, confessa Gennari ironicamente.
Informazione e prevenzione: sono i due pilastri su cui si basa una convenzione con il Comune di Ferrara che Wolf Group Italia è in procinto di firmare, in collaborazione anche con l’Università, per avviare attività di monitoraggio, educazione ambientale e didattica sul ritorno del lupo. Un impegno che punta non solo a raccogliere dati, ma costruire consapevolezza nel territorio di Ferrara, ma anche a livello nazionale grazie alla qualifica Ispra da poco ottenuta da Riccardo Gennari come “Rilevatore nazionale interazioni lupi-uomo”. Ed anche tra gli allevatori, spesso i più colpiti, se non preparati. “In Italia ci sono esempi virtuosi di convivenza, come nel Parco d’Abruzzo – spiega Gennari -. Se si adottano gli strumenti necessari e si formano le persone, gli attacchi si riducono a zero. Noi abbiamo nel gruppo un allevatore, cacciatore e veterinario: non ha mai perso un animale”.
Chi vive in contesti rurali potrà incrociare la strada di un lupo più facilmente, magari in compagnia del proprio cane, “ma anche in zone periurbane o, addirittura, urbane, proprio perché possono sfruttare i vantaggi alimentari o di rifugio offerti dai centri abitati”, precisa Gennari. Nel caso in cui questo accada, che fare? “Tenere il cane al guinzaglio è la prima cosa – avvisa Gennari -. Il lupo può essere curioso, ma non è un predatore di cani, salvo rare eccezioni. È un animale che predilige le ore notturne per muoversi, al massimo, le prime ore della mattina”.
Ma il messaggio finale di Gennari è chiaro: “Serve meno paura e più conoscenza. Il lupo è parte di questo ecosistema. Torna perché la natura lo chiama, non per aggredire. Noi siamo pronti a collaborare con tutti per garantire sicurezza e consapevolezza. Ma serve che la verità torni a parlare più forte della paura”.
Wolf Group Italia è attivo su Instagram (@wolf_group_tutela_lupo) e su Facebook (il gruppo Wolf Group Fe-Bo-Ra). Disponibile via mail al wolfgroup.it@gmail.com e al 338 9676336 (Riccardo Gennari).