Nessuno stop, nessun allarme: le donazioni di sangue in Emilia-Romagna proseguono regolarmente e in totale sicurezza, anche in piena estate e nonostante il ritorno dell’attenzione mediatica sul virus West Nile. “Le donazioni sono sicure e controllate, perché su tutte le sacche viene eseguito un test molecolare specifico, il Nat, che rileva la presenza del virus anche in donatori asintomatici”, rassicura Massimo Gallerani, segretario dell’Avis Provinciale di Ferrara.
In una stagione in cui la solidarietà rischia di essere messa in pausa, tra vacanze, caldo e notizie preoccupanti, Gallerani rilancia un messaggio chiaro: “Non c’è alcuna emergenza a Ferrara e donare è più sicuro che mai. La solidarietà non va in ferie e il bisogno di sangue resta alto e continuo”.
“Già prima dell’estate partono le attività di prevenzione, con trappole per le zanzare, monitoraggio dei volatili classificati come portatori, bonifiche comunali dei punti d’acqua stagnante – spiega il segretario -. È un’azione complessa, fatta da più soggetti (sistema sanitario, Comuni, veterinari) e da anni integrata in Emilia-Romagna”. La presenza del virus West Nile, qui, non è una novità. “Lo conosciamo da oltre 15 anni. A differenza di altre regioni che hanno dovuto affrontare il virus da poco e non sono attrezzate, da noi c’è una rete di sorveglianza che agisce in anticipo e in modo coordinato”.
Il Nat test, come spiega Gallerani, permette di rilevare frammenti del genoma del virus: West Nile, ma anche Dengue e Chikungunya. “È uno strumento potentissimo, che riduce a zero il rischio di trasmissione ai riceventi. Se una regione non esegue questo test, allora deve sospendere il donatore per 28 giorni nel caso in cui abbia soggiornato in una zona a rischio. Da noi questo non succede, perché qui il test viene fatto su ogni donatore, su ogni sacca”, afferma Gallerani.
Proprio su questo punto è intervenuta anche Avis Regionale Emilia-Romagna, che ha definito “priva di fondamento” l’ipotesi circolata su alcuni media di una sospensione delle donazioni. Il presidente Roberto Pasini ha rassicurato che “ogni donazione viene validata con il Nucleic Acid Test”.
Nel 2024, in Emilia-Romagna, sono state testate oltre 116mila sacche di sangue. Solo 20 sono risultate positive a uno dei virus monitorate. “Una percentuale bassissima, che dimostra l’efficacia e la sicurezza del sistema – commenta Gallerani -. Le sacche positive sono state scartate e i riceventi, come sempre, tutelati”.
Il segretario insiste: “Chi riceve sangue può stare tranquillo. Ogni unità è controllata in modo sistematico. Ma anche chi dona sa di essere monitorato costantemente. I nostri donatori sono visitati ogni volta, se hanno avuto sintomi o malesseri (non solo legati alla West Nile) vengono temporaneamente sospesi per qualche giorno come da procedura nazionale”. Anche il Centro Regionale Sangue ha ribadito che il test Nat è condizione necessaria per validare ogni unità di raccolta. “Il risultato negativo del test – spiega il direttore Rino Biguzzi – è garanzia assoluta di sicurezza, soprattutto per i pazienti più fragili”.
Ma l’estate porta un altro problema, più silenzioso ma altrettanto serio: il calo delle donazioni. Il trend del 2025, afferma Gallerani, è negativo. Parliamo di un calo significativo rispetto al 2024, peggiore del 2020 con la pandemia Covid. Un dato che preoccupa, anche perché Ferrara, come ricorda Gallerani, è centro di riferimento per il trattamento dei talassemici, che necessitano di trasfusioni continue: “Non si può pensare che il bisogno di sangue diminuisca perché la gente va in ferie. Le malattie non vanno in vacanza”, aggiunge.
Come ribadisce la Regione in un comunicato ufficiale, “il fondamento del sistema sangue resta la capacità di garantire le terapie trasfusionali a tutti i pazienti che ne necessitano, anche d’estate”. Per questo l’invito di Gallerani è diretto: “Prenotate la donazione prima di partire per le vacanze. È un gesto che può fare la differenza per chi aspetta il sangue in ospedale”.
Avis Ferrara lavora anche per contrastare il progressivo invecchiamento della popolazione donante, coinvolgendo le scuole, l’università, ma anche le comunità di immigrati. “In alcune culture la donazione non è diffusa – racconta Gallerani -, ma quando si spiega, viene accolta con grande entusiasmo. Sulle seconde generazioni stiamo lavorando molto, possono diventare parte attiva della rete di solidarietà”.
Infine, un’ultima rilflessione: “Donare sangue non è solo altruismo. È partecipazione a un sistema sanitario nazionale, strutturato, gratuito e affidabile. Non è volontariato per bontà, è responsabilità. Serve il contributo di tutti. Non lasciamoci spaventare da titoli allarmistici. Il sistema funziona, è collaudato. Andate a donare, con fiducia e con orgoglio”.
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