“Il misgenderig è violenza, la Coletti ne è fautrice”. Sono apparsi davanti al municipio, in Darsena e in altre zone della città alcuni cartelli che criticano la risposta “di soli 40 secondi” al question time de La Comune di Ferrara dell’assessora Crstina Coletti, durante l’ultimo Consiglio comunale, in merito al presunto stupro ai danni di una donna transgender in carcere.
Nella mattinata del primo agosto l’assessora ha sporto denuncia contro ignoti alle autorità competenti mentre il capogruppo della Lega Stefano Perelli lo ha definito “un fatto vergognoso, che lede nel personale e rappresenta uno sfregio verso le istituzioni che non è accettabile e su cui non si può far finta di nulla”.
“Negli scarsi 40 secondi dedicati a chiarire la responsabilità del Comune nell’episodio di violenza ai danni di una donna transgender in carcere – si legge in uno dei cartelli esposti -, l’assessora ha utilizzato il maschile per parlare della detenuta”.
Parla di una “vicenda triste soprattutto per chi l’ha architettata” l’assessora Coletti. “Queste accuse pretestuose – prosegue – alimentano un clima di odio che rischia di sfociare in atti violenti da parte di qualche irresponsabile. Le offese personali e gravissime non scalfiscono minimamente la mia determinazione nel voler lavorare per dare risposte ai bisogni di tutti, indistintamente”.
L’assessora dice di aver “sempre rispettato tutti e il mio modo non cambierà solamente perché qualcuno pensa che esprimersi democraticamente sia attaccare cartelli sotto le sedi istituzionali”.
“La mia porta – conclude – è sempre aperta al dialogo e al confronto. Ci tengo a precisare, inoltre, che il fatto originario è di competenza delle istituzioni carcerarie. Con loro c’è da sempre un dialogo costante e un rapporto proficuo, pertanto rinnovo la mia fiducia all’Amministrazione del Carcere e alla Polizia Penitenziaria, per il lavoro delicatissimo che svolgono quotidianamente con alto senso del dovere”.
In un altro foglio affisso ad un palo sotto lo scalone del municipio si legge: “La condanna per un reato non può essere lo stupro. Le donne transgender sono tra le categorie che maggiormente rischiano di subire violenze all’interno delle carceri. Una donna trans è stata inserita nella sezione maschile ‘protetta’ dell’Arginone: con lei erano reclusi dei sex offender”.
In un terzo tornano invece sulla rapidità della risposta: “Se subisci una violenza, ti meriti 40 secondi di attenzione della giunta”
Perelli si concentra sull’utilizzo della parola ‘fautrice’ che “di fatto” accuserebbe l’assessora Coletti “di promuovere violenza psicologica e negare l’identità di genere nei confronti delle persone transgender”.
“Sono espressioni tremende e gravi – dice il capogruppo della Lega in Consiglio comunale -, che travalicano la critica politica. I toni usati non appartengono a Ferrara, tantomeno alla Lega e all’assessore Coletti, che ha sempre dimostrato capacità di ascolto, rispetto e sensibilità che in questi anni hanno fatto sì che la nostra città si distinguesse per le politiche inclusive, apprezzate su tutto il territorio nazionale. A nome del gruppo Lega esprimo solidarietà, auspicando che questa sia bipartisan”.
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