Copparo. Con parole cariche di “dolore, rabbia e profonda indignazione”, il gruppo consiliare del Partito Democratico di Copparo attacca la maggioranza di destra per aver respinto l’Ordine del Giorno che chiedeva una presa di posizione netta contro la guerra in corso a Gaza. La votazione, avvenuta durante la seduta del Consiglio comunale del 30 luglio, ha suscitato sconcerto tra le fila del Pd locale, che accusa l’Amministrazione di aver scelto il silenzio “davanti a un massacro”.
Nel comunicato diffuso dal gruppo consiliare si fa riferimento a un conflitto che “ha il volto straziato di bambini sepolti sotto le macerie, di madri che piangono corpi senza vita, di uomini e donne che sopravvivono tra fame, bombe e disperazione”. L’Ordine del Giorno, secondo i proponenti, voleva essere “un gesto semplice ma potente: schierarsi dalla parte dell’umanità”, ma la bocciatura da parte della maggioranza ha invece lasciato “un silenzio che pesa come un macigno, che suona come complicità”.
A far discutere anche la motivazione addotta dai consiglieri contrari, riassunta nel passaggio: “In Comune ci occupiamo di strade”. Un’affermazione che il Pd giudica inaccettabile, chiedendosi: “Che senso ha parlare di strade, quando nel mondo ci sono città rase al suolo, ospedali bombardati, intere famiglie cancellate?”.
Il Partito Democratico di Copparo non manca di sottolineare la contraddizione tra l’attuale posizione della maggioranza e l’attivismo mostrato in passato su altri fronti internazionali: “La stessa Amministrazione si era mobilitata – giustamente – in favore del popolo ucraino. Oggi, però, davanti al grido soffocato del popolo palestinese, cala un silenzio assordante”.
Nel comunicato si ricorda inoltre che “la Corte Internazionale di Giustizia ha parlato chiaro: esiste un rischio concreto di genocidio a Gaza”. Il mancato sostegno all’Ordine del Giorno viene così bollato come “vigliaccheria istituzionale”, e la neutralità definita come “resa morale”.
Il gruppo Pd conclude con un appello alla mobilitazione morale e civile: “Continueremo a portare in Consiglio, nelle piazze, nei cuori delle persone la voce di chi chiede solo una cosa: che tutto questo abbia fine. Che si dica basta al massacro. Basta al genocidio. Basta all’indifferenza”.
E infine, il messaggio che chiude il comunicato e sintetizza l’intera denuncia: “Questa non è una battaglia politica. È una battaglia umana. E noi saremo dalla parte giusta della Storia”.
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