di Fabio Anselmo*

A Ferrara nemmeno una parola chiara. Nel mondo – anche se in ritardo – si alzano voci chiare, nette, decise. Il Canada, l’Inghilterra, la Francia, la Spagna: nazioni che hanno deciso di riconoscere lo Stato di Palestina, pagando il prezzo di ritorsioni e pressioni politiche.

Ma scegliendo, almeno, da che parte stare. Perché oggi, è questione di vita o di morte. Non è una questione di ideologia. Non è una questione geopolitica astratta. È una questione di umanità. Gaza è sotto attacco. Un genocidio pianificato. Fatto di bombe, fame, isolamento. Un popolo annientato da un esercito e un governo che violano ogni principio di diritto internazionale.

Eppure, anche davanti a tutto questo, a Ferrara – nel cuore civile della città – non si riesce nemmeno a esporre una fotografia. Una semplice immagine, simbolica, sullo Scalone del Municipio. Là dove per mesi è rimasta la foto di Giulio Regeni. Un segno di solidarietà, un gesto minimo, che dica: “Siamo umani. Non restiamo in silenzio”.

E invece no. Nemmeno questo. Nel Consiglio Comunale ho chiesto di prendere posizione. Perché non farlo è una colpa. Ma a Ferrara, la maggioranza ha bocciato ogni ordine del giorno. Nessuna condanna esplicita, nessun atto simbolico. Solo silenzio. Rinunciare perfino a un simbolo è tradire non solo chi muore, ma anche chi crede che una città debba essere specchio della sua coscienza.

Ferrara può e deve fare di più. Perché chi tace oggi, non potrà dire di non aver saputo.

*Consigliere comunale Civica Anselmo