La Procura di Milano ha chiuso il primo filone dell’inchiesta sulla presunta rete di hacker che avrebbero sfruttato contatti con pubblici ufficiali ‘infedeli’ per ottenere in formazioni dalle più svariate banche dati, dal Ministero dell’Interno all’Agenzia delle Entrate passando per l’Inps, con l’obiettivo di ‘spiare’ personaggi eccellenti – e non – nel mondo della politica, dell’imprenditoria e dello spettacolo attraverso l’estrapolazione e l’archiviazione di file tra il 2014 e il 2019 in tutta l’Italia.
Nelle carte della magistratura c’è finito anche il nome del 63enne Luca Cavicchi, ‘investigatore privato’ di Ferrara, impegnato nel campo delle indagini patrimoniali investigate, oggi difeso dall’avvocato Gian Luigi Pieraccini. A lui – nel documento di fine indagini notificato nelle scorse ore – la Procura contesta tre ipotesi di reato: l’accesso abusivo a sistema informatico o telematico, la rivelazione e l’utilizzazione di segreti di ufficio e infine l’esercizio abusivo della professione.
Nell’ordinanza del gip del tribunale di Milano, Cavicchi era stato inquadrato come uno dei “soggetti esterni al sodalizio, operanti nello stesso settore delle investigazioni e della raccolta di informazione”. Un sodalizio di cui fanno parte tredici persone a cui – a vario titolo – oggi viene contestato anche il reato di associazione a delinquere. Contestazione a cui è invece estraneo Cavicchi, il cui nome torna in una quindicina di episodi finiti sotto la lente degli inquirenti milanesi.
In una sola occasione, il 62enne ricopre il ruolo di committente degli accertamenti su terzi, mentre – nella maggior parte dei casi – avrebbe agito su input dell’informatico del sodalizio, Nunzio Samuele Calamucci. Quest’ultimo – stando agli inquirenti – chiedeva di estrapolare i dati sensibili a Cavicchi che, per farlo, a sua volta, si serviva di un pubblico ufficiale ‘infedele’ che glieli trasmetteva con strumenti di comunicazione anche criptati, dopo aver effettuato gli accessi, le informazioni illecitamente esfiltrate dalle banche dati.
Punto Fisco, Serpico, Cli/For (Agenzia delle Entrate), Sdi (Ministero dell’Interno) e Inps le banche dati oggetto di estrapolazioni, mentre tra i personaggi ‘eccellenti’ che sarebbero stati spiati dall’indagato ferrarese rientra anche il cantante romano Alessandro ‘Alex’ Britti.
“Cavicchi – commenta il legale che lo difende, l’avvocato Gian Luigi Pieraccini – resta estraneo al reato associativo. E, tranne che per un solo caso, tutti gli accessi abusivi a sistemi informatici che gli vengono contestati, restano consumati in concorso con un soggetto che è un pubblico ufficiale non identificato. Questo pensiamo vada a indebolire il quadro accusatorio. Quanto all’esercizio abusivo della professione, si tratta di un reato contravvenzionale abbastanza banale. Valuteremo il materiale di indagine che è stato depositato e, sulla base di quello, decideremo quale strategia difensiva intraprendere per far valere le nostre ragioni”.
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