Quest’anno pensavo di non dover pagare imposte a causa di ingenti spese mediche sostenute e della teorica riduzione delle aliquote fiscali che dovrebbero avvantaggiare il ceto medio
Invece, con un reddito di circa 2750 euro netti al mese (famiglia monoreddito), che corrispondono a circa 52000 euro lordi, ho scoperto che dall’ammontare delle mie detrazioni (escluse le spese mediche detraibili) vengono eliminati 260 euro. Ciò accade per tutti coloro che hanno un reddito (lordo) superiore a 50.000 euro.
Avendo pagato interessi per il mutuo prima casa e per spese universitarie di mia figlia, avrei avuto diritto a circa 250 euro di detrazioni (19% delle somme pagate). Ma con la “tagliola” dei 260 euro dovrò rinunciare a portare in detrazione tali spese.
Oltre al danno la beffa: un mio amico che ha un reddito di 49.000 euro non subisce alcun taglio…
Devo diminuire le mie entrate per non rimetterci?
A ciò si aggiunge che l’esosa addizionale regionale Irpef si calcola sul reddito lordo diminuito dei soli oneri deducibili (tipo contributi previdenziali) ma senza tener conto delle detrazioni (interessi sui mutui, spese per lo studio dei figli etc.).
C’è poi l’addizionale comunale Irpef…
E a partire dal prossimo anno è prevista una ulteriore sforbiciata delle detrazioni per i redditi medio-alti.
A parole tanti, fra governo, opposizione, regione e comune, dicono di voler venire incontro al cosiddetto ceto medio che però, nei fatti,è sempre più tartassato e non rappresentato dal alcuno.
Con una manina poco si dà (vedi riduzione irrisoria delle aliquote fiscali ) e con una manona molto si toglie, prendendo in giro i tartassati, che ora subiscono anche l’aumento di ticket sanitari, bollo auto e parcheggi.
Un sentito grazie a Meloni, Schlein, Giorgetti, De Pascale e Alan Fabbri.
Antonio Bianchi