Una rivalutazione catastale avvenuta dopo il rogito. È quella che denuncia Francesco Rendine, capogruppo della civica Fabbri, con una mail inviata all’Agenzia delle Entrate di Ferrara, ritenendo “inaccettabile, ma anche gravemente ingiusta” la situazione relativa all’acquisto di un immobile avvenuto il 25 ottobre 2023.
“In quella data, ho proceduto al pagamento delle imposte per il valore catastale dell’immobile di 27.298 euri, come risultante dagli atti ufficiali e dalle comunicazioni in mio possesso. Tuttavia, con comunicazione pervenutami in data 17 novembre 2023, l’Agenzia del Territorio mi ha informato che la rendita catastale dell’immobile è stata rideterminata al 3 novembre 2023 a 44.412 euro, con conseguente richiesta di versare ulteriori imposte per la differenza tra i due valori” spiega il consigliere comunale di centrodestra.
Rendine prosegue: “Mi sembra doveroso evidenziare che tale rideterminazione della rendita catastale è intervenuta successivamente al mio acquisto, e che mi viene ora richiesto un onere fiscale legato a un valore che non era oggetto della mia consapevolezza al momento dell’acquisto. Non posso fare a meno di chiedermi se questo agire, da un punto di vista procedurale, sia corretto, visto che la documentazione fiscale e catastale vigente al momento dell’atto di acquisto non riportava il valore rideterminato.
“Ritengo – aggiunge – che, seppur fosse corretta la procedura di rivalutazione catastale, essa sia tuttavia ingiusta nei miei confronti, considerato che, da acquirente di buona fede, avevo adempiuto a tutte le formalità fiscali sulla base di dati ufficiali e regolarmente riconosciuti dalle autorità competenti”.
Da qui la richiesta del consigliere: “Pertanto, chiedo una revisione di questa situazione e la possibilità di evitare il pagamento della differenza fiscale per il valore rideterminato, richiedendo un’analisi più approfondita della vicenda al fine di garantire la giustizia per i contribuenti, che non possono trovarsi a fare i conti con imposte dovute a revisioni effettuate dopo l’atto di compravendita. Se dovesse essere ritenuto possibile questo criterio operativo, un domani l’agenzia potrebbe arriva a chiedere a un contribuente imposte aggiuntive anche anni dopo l’acquisto di un immobile”.
Rendine chiude con un ulteriore pizzico di amarezza: “Confido in una risposta sollecita e in una soluzione equa, che possa restituire la serenità e la certezza alle transazioni immobiliari, nel rispetto delle normative fiscali e catastali. Ritengo inoltre di specificare come, avendo lo scrivente una pec, ed essendo l’agenzia in possesso del mio indirizzo pec, rifiuto di pagare 8,50 euro per le spese di notifica dell’atto che l’agenzia mi ha notificato con raccomandata postale”.
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