“Come si può essere soddisfatti da una non risposta?” A domandarselo è Marzia Marchi, consigliera comunale del Movimento 5 Stelle, dopo che il vicesindaco Alessandro Balboni ha chiesto di “derubricare” l’interpellanza da lei presentata “come una grande perdita di tempo”.
“Tra le mille cose che ha da fare questa amministrazione non compare – dunque – quella di chiedere al sindaco cosa ne pensa” in merito alla partecipazione di Azione Universitaria a Unifest lo scorso 20 giugno. Un evento organizzato nell’ambito del Ferrara Summer Festival che ha visto salire sul palco e proiettare il logo sul maxischermo della sigla legata a Fratelli d’Italia, il partito di cui fa parte anche il vicesindaco.
Il primo a sollevare il problema era stato il consigliere della Civica Anselmo Leonardo Fiorentini a cui era seguita l’interpellanza di Marzia Marchi.
In quest’ultima in particolare si chiedeva conto degli accordi che hanno portato Azione Universitaria ad essere l’unica associazione rappresentata in un evento descritto come “un vero e proprio villaggio universitario” e “aperto a tutti ma proprio a tutti”.
Un evento che aveva spinto l’Università di Ferrara a dichiararsi “estranea all’iniziativa” denunciando un utilizzo “improprio” del logo.
Per Balboni invece vi sarebbe “una limitata conoscenza del mondo universitario” da parte di Marchi, oltre al fatto che “molte domande sono rivolte al soggetto sbagliato”. ”
Il vicesindaco ricorda che il “comune patrocina decine di eventi” in cui sono coinvolte associazioni studentesche. Lo fa oggi come in passato e “nessuno ha mai chiesto conto di queste collaborazioni” nonostante siano state ospitate personalità come Adriano Sofri che Balboni non nomina ma al quale si riferisce come “mandante dell’omicidio Calabresi”.
“Unico tratto reale di risposta” ottenuta da Marchi è quella legata alla collaborazione pluriennale tra il Madame, discoteca che è tra gli organizzatori del Ferrara Summer Festival, e Azione Universitaria. Una risposta che il vicesindaco trae direttamente dal comunicato con cui Au replicava a Fiorentini definendo le accuse “strumentali” e riconducendo il “fastidio” alla “fine del monopolio rosso”.
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