Comacchio. Portare Bach al jazz, innescare l’approccio ritmico e armonico del barocco nella contemporaneità: è questa l’ambizione di Back to Bach 2.0, concerto del XXV Emilia Romagna Festival che si terrà presso la piazza della Cattedrale di Comacchio, lunedì 28 luglio alle ore 21.15. Un evento unico, con interpreti straordinari: Paolo Fresu si esibirà alla tromba e al flicorno, insieme all’ensemble dei Virtuosi Italiani, con Alberto Martini in qualità di direttore e solista. Per tornare ancora una volta a Bach, e portarlo tra le intuizioni più moderne della musica. Perché davvero, come recita lo slogan del XXV Erf, “Classico è contemporaneo”.
Back to Bach 2.0 nasce dall’incontro tra Paolo Fresu e Alberto Martini, direttore e anima dei Virtuosi Italiani, proseguendo il progetto già intrapreso negli anni scorsi, con l’idea di realizzare una fusione innovativa tra musica barocca e jazz. I due generi infatti hanno affinità ritmiche e armoniche non scontate, che i due musicisti riescono a utilizzare come grimaldello per entrare l’uno nel linguaggio dell’altro, accostando anche la rispettiva capacità di improvvisazione. Questa collaborazione dura da un po’ di anni, ma il programma di Back to Bach 2.0 è completamente rinnovato: composizioni di Monteverdi, Haendel, Barbara Strozzi, Bach a quelle di Uri Caine, Richard Galliano, Daniele di Bonaventura e dello stesso Fresu si intrecciano tra loro, creando un dialogo musicale che attraversa il tempo e rispetta le origini storiche, mescolando melodie e armonie, invitando quando possibile all’improvvisazione all’interno di un orizzonte musicale amplissimo. La musica unisce e ricostruisce, portando il barocco alla contemporaneità, e rendendo questo progetto non solo artistico, ma anche carico di significato sociale. Il programma Barocco, oltre all’Arte della fuga di Bach, prevede pure dei brani di Barbara Strozzi, autrice molto in voga nella sua epoca, oggi quasi dimenticata, che è dotata secondo Fresu di un “suono jazz”. In particolare, La travagliata e L’amante bugiardo di Barbara Strozzi sono un simbolo della grande capacità degli artisti di muoversi con naturalezza lungo un repertorio vasto ed eterogeneo, che vuole essere un’ode alla bellezza tra il lirismo e le sonorità cangianti del trombettista sardo e l’eleganza degli archi.
Paolo Fresu, tra i più grandi trombettisti jazz italiani, è aperto a 360° verso tutto ciò che è arte e cultura, e vanta un curriculum sinceramente sorprendente per un musicista italiano, avvicinandolo ai pochi globe-trotter culturali che hanno fatto del viaggio e di mille esperienze diverse la loro ragione d’essere primaria. Con cinquecento dischi incisi lungo una carriera che ha ormai superato i quarant’anni, Fresu è ormai davvero diventato un importante e riconosciuto personaggio stimato in vari ambiti della vita pubblica e sociale del nostro paese. Per citare collaborazioni e festival che lo hanno visto protagonista, bisognerebbe stilare una lunga lista che comprenderebbe un’altissima percentuale dei più grandi nomi della storia del jazz moderno.
Insieme a Fresu si esibiranno I Virtuosi Italiani, una delle formazioni più attive e qualificate nel panorama musicale internazionale, regolarmente invitata nei più importanti teatri, festival e stagioni in tutto il mondo. Particolarmente apprezzati per la loro attitudine a creare progetti sempre innovativi, in costante ricerca nei vari linguaggi, sono dotati di un’eccellente qualità artistica dimostrata in anni di attività. Vantano numerose le collaborazioni con solisti e direttori di rilevanza internazionale, che li hanno portati a esibirsi per i più importanti teatri e per i principali enti musicali italiani, quali il Teatro alla Scala, il Teatro La Fenice, l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia e molti altri. Alberto Marini è il direttore e primo violino de I Virtuosi Italiani, è noto per la sua direzione energica, il suono raffinato e l’approccio interpretativo che fonde rigore classico e vivacità contemporanea.
In caso di maltempo il concerto si terrà ugualmente, ma nella Sala Polivalente di Palazzo Bellini.
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