Comacchio
27 Luglio 2025
L'uomo si era recato alla Casa di Comunità in cerca di un pronto soccorso, ma il servizio non è più attivo da anni. In casi simili il consiglio è di chiamare il 118 per essere stabilizzati e raggiungere tempestivamente l'ospedale del Delta

Malore fatale davanti al San Camillo di Comacchio: muore turista milanese

di Redazione | 3 min

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Comacchio. Tragedia nella prima mattinata di sabato 27 luglio davanti alla Casa di Comunità San Camillo di Comacchio. Un turista milanese di 55 anni, in vacanza in zona, è deceduto a causa di un grave malore accusato poco prima di arrivare alla struttura sanitaria. L’uomo, che lamentava forti dolori al petto, si era fatto accompagnare da un vicino di casa, confidando di trovare un pronto soccorso operativo.

Secondo una prima ricostruzione, l’uomo avrebbe cercato online una struttura sanitaria nelle vicinanze e avrebbe individuato il San Camillo, dove però dal 2013 non è più attivo il servizio di pronto soccorso. Oggi la struttura ospita un Cau (Centro di assistenza urgenza), pensato per casi a bassa criticità. Il 55enne è spirato proprio davanti all’ingresso, prima ancora di poter accedere ai locali del Cau.

Sul posto sono intervenuti i sanitari del 118, i Carabinieri e il pubblico ministero di turno. Dopo il decesso, l’uomo è stato trasferito nella camera mortuaria della stessa struttura.

Il tragico episodio riporta l’attenzione sulla necessità di una sempre più capillare informazione ai cittadini e ai turisti. In presenza di sintomi gravi e improvvisi – come nel caso dei dolori toracici – la procedura più corretta è chiamare immediatamente il 118, che avrebbe potuto trasportare il paziente all’ospedale del Delta, dove è attivo un pronto soccorso h24 attrezzato per intervenire su quadri clinici complessi.

In molti, però, continuano a cercare “Pronto soccorso Comacchio” online, trovando ancora vecchi riferimenti al San Camillo su siti non ufficiali (mentre sul sito dell’Ausl Ferrara è indicata correttamente la presenza di un Cau) che alimentano solo confusione.

In una nota l’Ausl esprime le sue condoglianze alla famiglia e spiega come il paziente sia stato soccorso immediatamente dal 118, giunto sul posto in 6 minuti. I sanitari hanno effettuato le manovre rianimatorie ma “a causa della gravità della situazione clinica, il cuore del paziente non si è mai ripreso ed il personale medico non ha potuto che constatarne il decesso”.

“Purtroppo – proseguono – il paziente è stato colpito da arresto cardiaco, che in Italia risulta mortale per circa 60.000 persone all’anno, il 10% di tutte le morti del paese; la percentuale di sopravvivenza è ancora molto bassa, nonostante tutte le azioni di prevenzione e intervento che vengono messe in atto e si attesta sul 6 per cento tra tutti i colpiti”.

“Il rapido intervento dei mezzi di soccorso – aggiungono – dal momento della chiamata all’arrivo, e le azioni rianimatorie messe in atto, non hanno potuto modificare la traiettoria di morte, peraltro purtroppo ancora molto elevata per questo tipo di patologia acuta. Pur in questo momento di dolore, l’Azienda ricorda che l’infarto e l’arresto cardiaco sono patologie tempo dipendenti per cui l’intervento rapido migliora le possibilità di sopravvivenza e riduzione delle complicanze”.

L’Azienda ricorda che la Regione Emilia Romagna, come anche la Lombardia regione di provenienza del deceduto, hanno effettuato, nel corso degli anni, campagne di comunicazione rivolte a tutti i cittadini, sull’importanza di chiamare subito il 118 a fronte di situazioni cliniche gravi e di non recarsi di persona all’ospedale, quando si ravvisano sintomi quali la difficoltà a respirare e il dolore al petto.

“Gli operatori esperti del 118 – spiegano – forniscono immediate indicazioni su cosa è opportuno fare direttamente, inviano il mezzo di soccorso più idoneo oppure, qualora i sintomi risultino meno gravi, indirizzano verso la struttura sanitaria più adatta alla presa in carico della situazione”.

“È sempre sconsigliato, infatti, in casi di potenziale urgenza, specie se non si conosce bene il territorio come può accadere a turisti o lavoratori non residenti, – concludono – recarsi verso le strutture sanitarie più vicine con mezzi propri, perché potrebbero non essere quelle idonee all’intervento sanitario necessario. Solo i siti ufficiali delle aziende sanitarie danno garanzia di qualità e veridicità delle informazioni sanitarie, ma, comunque, in caso di emergenza-urgenza l’unica azione da fare è la telefonata al 112 (numero unico di emergenza che ha sostituito il 118)”.

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