Cronaca
25 Luglio 2025
La scoperta degli agenti della Polstrada in una stazione di servizio vicino a Ferrara Sud. Arresto convalidato per un 46enne padovano che ha però negato la proprietà dello stupefacente

In A13 con la cocaina nell’auto, era ai domiciliari per spaccio

di Davide Soattin | 3 min

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Non doveva essere lì, né in quel luogo né a quell’orario, il 46enne italiano pluripregiudicato di Fiumicello di Campodarsego, in provincia di Padova, che – martedì sera (22 luglio) – è finito in manette nel parcheggio di una stazione di servizio vicino a Ferrara Sud, lungo l’Autostrada 13 in direzione nord, dopo che gli agenti della polizia stradale hanno trovato mezzo chilo di cocaina nascosta tra i sedili posteriori dell’automobile su cui stava viaggiando con un uomo nordafricano.

Il 46enne infatti – al momento dell’arresto – stava scontando la pena definitiva a 1 anno e 8 mesi per spaccio agli arresti domiciliari e, durante il pomeriggio, aveva l’autorizzazione a lasciare la propria abitazione solamente dalle 15 alle 17, senza però mai uscire dalla provincia di Padova. Eppure martedì sera, quando hanno proceduto al controllo del veicolo, i poliziotti lo hanno trovato ancora in libertà nel Ferrarese, mentre aveva sforato il limite temporale impostogli.

La scoperta della Polstrada è avvenuta durante un controllo ordinario. Il veicolo era fermo nell’area di servizio. Il 46enne era entrato nel bar, mentre il cittadino nordafricano che era al volante della vettura era rimasto in auto. A insospettire i poliziotti sarebbe stato proprio il comportamento nervoso di quest’ultimo che però – stando a quanto si apprende – è riuscito a fuggire. Una volta uscito dal bar, anche il 46enne avrebbe tentato un accenno di fuga senza però riuscirci.

Arrestato per il quantitativo di polvere bianca trovato nell’auto, l’uomo è stato trasferito nel carcere di via Arginone e ieri mattina (giovedì 24 luglio) è stato portato davanti al gip Silvia Marini del tribunale di Ferrara, che ne ha convalidato l’arresto e disposto nuovamente gli arresti domiciliari. Durante l’interrogatorio di garanzia, il 46enne – che è difeso dall’avvocato Pietro Masutti – ha respinto le accuse, confermando la versione dei fatti fornita alla Polstrada.

In aula, l’uomo ha quindi negato ogni responsabilità riguardo alla droga, sostenendo che lo stupefacente non fosse di sua proprietà. Ha dichiarato che gli accordi con il compagno di viaggio prevedevano di rientrare a casa entro l’orario stabilito e di restare all’interno della provincia, come imposto dalle prescrizioni. Ha inoltre spiegato di non aver previsto le improvvise esigenze dell’altro passeggero, che lo hanno portato a uscire dai limiti consentiti e a violare il permesso.

Infine ha motivato il tentativo di fuga come una reazione dovuta alla consapevolezza di essere stato trovato dagli agenti della polizia stradale mentre era fuori dalla propria abitazione in un orario e in un luogo in cui non doveva esserlo.

Le indagini proseguiranno ora per accertare la provenienza dello stupefacente e il ruolo effettivo del compagno di viaggio fuggito. Nel frattempo, il 46enne è stato nuovamente portato agli arresti domiciliari in attesa delle decisioni dell’autorità giudiziaria.

 

 

 

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