Economia e Lavoro
22 Luglio 2025
Il comparto genera a Ferrara e Ravenna un valore aggiunto diretto pari a 1,2 miliardi di euro

Cciaa: “L’Economia del Mare non è più solo una componente settoriale”

di Redazione | 3 min

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Con 5.298 imprese e 21.869 occupati, l’Economia del mare a Ferrara e Ravenna genera un valore aggiunto diretto pari a 1,2 miliardi di euro, che, se consideriamo il valore attivato nel resto dell’economia, supera i due miliardi di euro, pari a circa 9% del Pil.

Un settore in netta crescita in ogni suo aspetto: cresce il valore aggiunto diretto con un +15%, pari a più due volte la crescita media italiana ferma al 6,6%, cresce il peso dell’economia del mare sul valore aggiunto complessivo di più di 1 punto percentuale rispetto a quanto rilevato nel 2024, il moltiplicatore resta stabile a 1,8, ossia per ogni euro speso nei settori direttamente afferenti alla filiera mare se ne attivano altri 1,8 nel resto dell’economia. Crescono gli addetti, così come, nel biennio 2022-2024, cresce il numero delle imprese, con un +2%. A fronte di questi risultati, si confermano le difficoltà nel reperimento della forza lavoro rispetto alle altre imprese, in particolare per le competenze di tipo tecnico e per quelle trasversali. Da ciò, come sottolineato da Andrea Prete, presidente di Unioncamere. la tradizionale attenzione posta dal sistema camerale all’irrobustimento della delle filiere del settore e allo sviluppo delle risorse umane.

È quanto emerge dall’Osservatorio della Camera di commercio sulla base del XIII Rapporto Nazionale sull’Economia del Mare a cura di Osservatorio Nazionale sull’Economia del Mare Ossermare, Centro Studi Tagliacarne – Unioncamere, Informare, Camera di commercio Frosinone Latina e Blue Forum Italia Network, presentato il 9 Luglio pomeriggio a Roma presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, in apertura del 4° Summit Nazionale sull’Economia del mare Blue Forum. Come ogni anno, la tredicesima edizione del Rapporto, punto di riferimento nazionale ed europeo nella definizione del valore della Blue Economy italiana, ha messo sotto la lente di ingrandimento i diversi settori che compongono la forza produttiva “blu”: le filiere dell’ittica e della cantieristica, i servizi di alloggio e ristorazione, le attività sportive e ricreative, l’industria delle estrazioni marine, la movimentazione di merci e passeggeri, la ricerca, regolamentazione e tutela ambiente.

“Il mare, da sempre – ha sottolineato Giorgio Guberti, presidente della Camera di commercio- è per Ferrara e Ravenna non solo un confine naturale, ma una risorsa inesauribile di opportunità, una via per il commercio, una fonte di sostentamento e un palcoscenico per la cultura. Non si tratta solo di settori tradizionali come la cantieristica, la pesca o il turismo costiero, pur fondamentali per la nostra economia, ma sempre più spazio assumono le energie rinnovabili marine, la biotecnologia, la logistica portuale avanzata, la ricerca scientifica per la salvaguardia degli ecosistemi marini fino alle applicazioni dell’Intelligenza Artificiale. L’Economia del Mare insomma – ha concluso il presidente della Camera di commercio – non è più solo una componente settoriale, ma una realtà che evolve rapidamente e che chiede strumenti capaci di connettere dati, territori, imprese e istituzioni”.

Una voglia di impresa che coinvolge anche i giovani, perché di queste imprese 13 ogni 100 sono “guidate” da under 35, così come il genere femminile e gli stranieri). Anche per questo, nonché per i riflessi che derivano dalla istituzione della Zona Logistica Semplificata, la Giunta camerale ha dato il via al “Gruppo di lavoro Porto” con l’obiettivo di valorizzare il settore Marittimo che, per le province di Ferrara e Ravenna, costituisce un segmento determinante del complessivo sistema dei trasporti, sia per la rilevanza quantitativa delle merci gestite, sia per la dimensione economica occupazionale.

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