Durante la “sound parade” di sabato scorso, organizzata per ricordare Federico Aldrovandi, vi è stato chi ha voluto porre sullo stesso piano – in maniera del tutto inopportuna, a mio avviso – la morte del ragazzo ferrarese e quella di Carlo Giuliani.
Al riguardo vorrei innanzi tutto ricordare che Federico non indossava un passamontagna né stava per lanciare un estintore contro le forze dell’ordine.
In secondo luogo per il “caso Aldrovandi” vi sono state condanne (sia pure per omicidio colposo, cioè non volontario), mentre per il “caso Giuliani” non vi è stata alcuna condanna.
Mi sembra pertanto gravemente sbagliato voler porre sullo stesso piano due avvenimenti certamente dolorosi. ma profondamente diversi fra loro.
La magistratura merita rispetto, sia in caso di sentenze di condanna che in caso di pronunciamenti di assoluzione.
Non credo che tocchi a genitori o comitati vari il compito di emettere sentenze: a tale scopo bastano e avanzano i giudici, che hanno più competenza dei comuni cittadini, spesso portati a straparlare senza neppure avere letto le sentenze.
Andrea Guerzoni
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Gentile Andrea Guerzoni,
i casi di Carlo e Federico differiscono sicuramente per le rispettive conclusioni giudiziarie. Sono assimilabili invece, come quelli di Rasman, Cucchi, Magherini, Uva, Bianzino, Ferrulli e tanti altri.
Li accomuna l’aver perso la vita per mano di persone in divisa e l’aver faticato oltremodo nel cercare verità e giustizia. Alcuni non le hanno mai avute. E Carlo, a parere di chi scrive, figura tra questi.
mz