Il 20 luglio 2001, durante il G8, un carabiniere uccideva Carlo Giuliani in piazza Alimonda, a Genova.
Oggi – a distanza di ventiquattro anni da quel fatto – anche il Comitato Federico Aldrovandi ricorda l’attivista, un ragazzo di 23 anni “colpito a morte da chi avrebbe dovuto garantire la sua sicurezza, in una piazza trasformata nel teatro della violenza dello Stato”.
Il ricordo di quella tragica giornata arriva all’indomani della sound parade organizzata per non dimenticare Aldro, con oltre trecento persone scese in piazza per camminare, pedalare e ballare da corso Porta Po al circolo Blackstar di via Ravenna.
I fatti di Genova, sabato pomeriggio, durante la manifestazione per Aldro, erano stati evocati dallo stesso Lino Aldrovandi: “Vi dice niente se dico G8? Il 20 luglio ricorre il triste anniversario dell’uccisione di un altro ragazzo, Carlo Giuliani. Una storia diversa da questa, ma dove anche lì, in un lontano 2001, i diritti dei cittadini – ha detto il papà di Federico – furono interrotti in tutto e per tutto con quella violenza gratuita e ingiustificata”.
“Il nome di Carlo Giuliani – spiega il comitato Aldrovandi – si unisce a quello di Federico e di tanti altri: storie diverse ma spente dalla stessa mano armata di un potere che opprime, uccide, abusa“.
Motivo per cui “noi – come Comitato Federico Aldrovandi 2005-2025 – non dimentichiamo e continuiamo a ricordare Carlo, a raccontare e a lottare, affinché la memoria sia uno strumento di resistenza”.
“Carlo Giuliani vive” è l’urlo lanciato dal comitato, nel ricordare due vite spezzate troppo presto dalla stessa mano.
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