Il 15 aprile, come gruppo consiliare La Comune di Ferrara abbiamo presentato un’interpellanza sull’inquinamento acustico a Ferrara: un atto con cui abbiamo sollevato una serie di criticità relative al Piano di azione e zone silenziose dell’agglomerato di Ferrara, approvato dalla Giunta Comunale il 29 ottobre 2024, nonché alla gestione delle deroghe acustiche per eventi e manifestazioni.
In deciso ritardo rispetto ai 30 giorni regolamentari, in data 8 luglio, è giunta la risposta a firma del vicesindaco Balboni. Speravamo in un contributo informativo ben diverso, in quanto, purtroppo, quasi tutte le questioni che volevamo aprire non sono state risolte.
Il Piano d’azione approvato dalla Giunta il 29/10/2024 solleva perplessità sia sulla tempistica sia sulla metodologia. Un piano approvato soltanto 8 giorni dopo l’assegnazione formale dell’incarico alla ditta AIRIS o è stato redatto in tempi record per un documento tecnicamente complesso come questo, oppure è stato elaborato – come farebbe intendere la risposta del vice-sindaco – prima ancora del conferimento ufficiale dell’incarico.
Se confermato, questo fatto solleverebbe un problema di correttezza amministrativa: affidare informalmente un incarico prima della variazione di bilancio che lo rende possibile, non solo rappresenta una forzatura delle procedure, ma evidenzia anche una carenza di programmazione.
Era noto da molto tempo che il Piano del Rumore andava aggiornato entro i termini fissati dalla Regione.
Se per le mappature acustiche non sono stati fatti rilievi fonometrici, ma si è utilizzato un software di simulazione, è ancora più preoccupante il fatto che, almeno per quanto riguarda l’inquinamento acustico legato al traffico stradale, i dati impiegati sembrano riferirsi al 2021, periodo segnato da restrizioni alla mobilità legate all’emergenza sanitaria Covid-19. Questo comporta una rappresentazione artificiosa e temporaneamente attenuata dell’impatto acustico reale.
Secondo noi, un Piano d’Azione per l’abbattimento del rumore ambientale in recepimento alla Direttiva Europea 2002/49/CE dovrebbe essere redatto partendo da dati effettivi aggiornati.
La mancanza di rilievi fonometrici puntuali indebolisce fortemente la credibilità del documento, anche perché le problematiche di inquinamento acustico a Ferrara non sono solo contingenti, ma in molti casi sono strutturalmente ricorrenti o addirittura permanenti, visto la lunga durata o continua ripetizione.
Ci riferiamo non solo alle aree della movida ed alle aree residenziali dove si svolgono grandi concerti/show come la Darsena o piazza Ariostea, ma anche a eventi in zone classificate come silenziose (es. Parco Bassani), ai lunghissimi cantieri per l’interramento della ferrovia o alle isole ecologiche, come quella di via Caretti.
Se il Piano d’Azione – così come il PUMS – prevede interventi e azioni per contrastare l’inquinamento acustico che però non sono recepiti nel Documento Unico di Programmazione né nei bilanci approvati dalla maggioranza, dobbiamo intendere che si sta rimandando a data da destinarsi interventi che riteniamo urgenti?
Non soddisfano nemmeno le risposte sul tema degli eventi in deroga.
Già prima della mobilitazione cittadina su Piazza Ariostea, abbiamo posto la questione di come vengono prescritti i limiti di rumore e di orario in aree residenziali o silenziose, dove vengono autorizzate manifestazioni ad alta affluenza e lunga durata.
Visto il ruolo del Comune nel rilasciare tali autorizzazioni, chiedevamo con chiarezza quali limiti di orario, durata massima e livello di rumore fossero stati fissati per le manifestazioni previste nel 2025 in aree particolarmente sensibili, come Darsena, Piazza Trento Trieste (in seguito esclusa per i lavori al Duomo), Piazza Ariostea.
La risposta, arrivata quando molti di questi eventi si erano già svolti, non contenendo nessun dato concreto, ci ha costretti ad accedere autonomamente agli atti, per verificare almeno le prescrizioni relative al Ferrara Summer Festival in Piazza Ariostea.
Tra il 17 giugno e il 12 luglio, in piazza Ariostea si sono svolti numerosi concerti autorizzati con limiti acustici fino a 95 dB(A) in facciata agli edifici residenziali, in alcuni concerti/show fino all’una o le due di notte, e , nei restanti, con musica di sottofondo fino alle ore 2 del mattino. Queste autorizzazioni, pur formalmente rilasciate secondo le procedure, pongono seri interrogativi sulla coerenza con il principio di temporaneità e di eccezionalità previsto dalla legge quadro sull’inquinamento acustico.
Non si tratta di un evento sporadico, ma di un calendario di oltre tre settimane, con picchi acustici notturni ripetuti che, a nostro avviso, non possono più essere trattati come “deroghe occasionali”. La somma di questi impatti rappresenta un disturbo prolungato, con possibili conseguenze non solo sulla qualità della vita ma anche sulla salute delle persone, specialmente in un’area densamente abitata.
A questo si aggiunge un altro elemento critico, presente nella nostra interpellanza del 15 aprile: che controlli sono stati fatti perché le prescrizioni di orario e di massimo livello del suono, contenute nelle autorizzazioni, fossero rispettate? Il Comune per il Ferrara Summer Festival ha prescritto almeno 2 rilievi fonometrici e, sospetta coincidenza, sui social vari spettatori si sono lamentati del volume troppo basso, o che non si sentiva la musica, proprio in uno dei concerti, quello degli Slipknot, durante il quale si faceva uno dei 2 controlli fonometrici. Questo fa pensare alle automobili che rallentano, solo dopo il cartello che avvisa che ci sarà un autovelox o che con il limite di 95db e con questi progetti di sonorizzazione piazza Ariostea non è proprio la location giusta per concerti con più di 10000 spettatori. Da notare che nessun dato sui controlli e monitoraggi effettuati durante i Ferrara Summer Festival è stato reso pubblico all’interno delle comunicazioni dell’Amministrazione.
È lecito domandarsi se l’Amministrazione comunale abbia esercitato pienamente il proprio ruolo di vigilanza e tutela dell’interesse generale. Il fatto, poi, che la cittadinanza debba accedere agli atti per sapere quali limiti sono stati autorizzati e se sono stati rispettati è già, di per sé, sintomo di una gestione poco trasparente.
Le Linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomandano di non superare i 40 dB(A) nelle ore notturne. A Ferrara si è arrivati ad autorizzare più del doppio di quel valore, fino alle 2 di notte, per giorni consecutivi, senza alcuna misura di compensazione o valutazione sanitaria preventiva.
Tutto ciò non può essere considerato normale.
Come gruppo consiliare ribadiamo che:
- Le deroghe devono essere eccezionali, non sistematiche;
- I controlli devono essere indipendenti, trasparenti e documentati;
- I cittadini hanno diritto ad essere informati e consultati prima, non solo dopo;
- La salute e il riposo non possono essere sacrificati in nome dell’intrattenimento.
Ferrara ha bisogno di un regolamento e programmazione chiari, che prevedano criteri certi per le autorizzazioni e soglie massime valide per tutti, non trattamenti di favore su richiesta. E ha bisogno soprattutto di un’Amministrazione che, anziché schierarsi sempre con i promotori degli eventi, riconosca finalmente il diritto al benessere di chi la città la vive ogni giorno, anche – e soprattutto – di notte.
La Comune di Ferrara