Portomaggiore
17 Luglio 2025
Il sindaco di Portomaggiore si complimenta con la Compagnia Carabinieri di Portomaggiore mentre Avs e Possibile chiamano "in causa tutto il mondo agricolo locale" mentre la Fai Csil ricorda l'importanza di fare rete

Lotta al caporalato. Bernardi: “Fondamentale per la nostra amministrazione”

di Redazione | 4 min

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Dopo l’arresto del “caporale” arrivano i complimenti alla Compagnia Carabinieri di Portomaggiore del sindaco di Portomaggiore Dario Bernardi “per l’importante operazione contro il caporalato che leggiamo oggi sulla stampa”. Soddisfazione per l’operato delle forze dell’ordine espressa anche dalla Fai Cisl.

“L’ennesima denuncia di un caso di caporalato lungo 5 anni ai danni di lavoratori agricoli – dicono invece Avs e Possibile di Ferrara -, impiegati nella nostra provincia in condizioni di sostanziale schiavitù, chiama in causa tutto il mondo agricolo locale”.

L’ultimo “colpo” assestato, quello a cui fanno riferimento, risale al pomeriggio dello scorso 12 luglio, quando i militari hanno collocato agli arresti domiciliari un uomo di 47 anni, di origini pakistane ma da tempo residente in zona, procedendo anche al sequestro di un immobile nella sua disponibilità, situato nel Comune di Fiscaglia.

“La lotta contro il caporalato e contro il degrado – scrive il sindaco -, per presidiare ordine e legalità nel lavoro agricolo, è uno dei punti fondamentali della nostra azione amministrativa, che portiamo avanti su due fronti: quello repressivo dei controlli edilizi e di sovraffollamento negli appartamenti utilizzati in modo improprio come alloggi di lavoratori stranieri, ma anche quello propositivo, con azioni importanti che ci vedono protagonisti, come lo sportello del centro per l’impiego dell’Agenzia Regionale per il Lavoro aperto a gennaio, e il progetto Agribus partito da poche settimane, azioni realizzate sotto la supervisione della Prefettura di Ferrara e assieme alla Rete territoriale del lavoro agricolo di qualità, ai sindacati e alle associazioni di categoria”.

Bernardi sottolinea anche l’importanza delle indagini e dell’azione di contrasto delle forze dell’ordine, “in particolare il lungo lavoro degli ultimi anni ad opera della Compagnia Carabinieri di Portomaggiore” che “restano fondamentali anche come deterrente, e ci rassicurano sul fatto che l’attenzione sul fenomeno continua a essere alta”.

“Da parte nostra – aggiunge -, un sincero ringraziamento a tutti coloro che hanno lavorato per questo importante risultato, augurandoci che queste operazioni possano continuare con sempre maggiore frequenza. E va ringraziato anche chi, con coraggio, ha denunciato la situazione: dalle denunce parte tutto, e anche lo sportello del progetto “Common Ground” aperto a Portomaggiore, che si occupa di presa in carico delle potenziali vittime di sfruttamento, è uno strumento per raccogliere e individuare le situazioni critiche e accompagnare le persone nel percorso di denuncia e uscita dalla rete illegale”.

“Per quanto ci riguarda – conclude – siamo sempre al fianco delle forze dell’ordine, con la condivisione di informazioni e controlli congiunti, e non abbasseremo la guardia sulla tutela della qualità del lavoro, della dignità dei lavoratori, e sui contesti abitativi degenerati che creano degrado e conflittualità di vicinato”.

Il plauso di Avs e Possibile va “ai braccianti che hanno avuto il coraggio di denunciare e ai risultati ottenuti dalla lunga indagine delle forze dell’ordine che ha condotto all’arresto di un ‘caporale'”. Questo però non può far “dimenticare che se lavoratori e caporale risultano di origini pakistane, le aziende che li impiegavano sono italianissime, ferraresi per essere precisi”.

“Chi non mette in regola i braccianti e consegna denaro in contanti al caporale affinché sia lui a distribuire le paghe ai lavoratori – concludono -, sa perfettamente ciò che sta facendo. Senza una presa di distanza sostanziale e strutturale da questo sistema da parte delle aziende e delle diverse associazioni di categoria, anche iniziative positive, se pure al momento solo sperimentali, come Agribus rischiano di rappresentare una goccia nel mare”.

“Per combattere questo fenomeno – la segretaria della Fai Cisl Milena Grassi – è importante fare rete tra le parti sociali, le forze dell’ordine e gli organi ispettivi. Alcuni soggetti coinvolti, si legge dalla stampa, sono irregolari e questo influenza la condizione giuridica dei migranti, il loro accesso al lavoro, la possibilità di crescere professionalmente, di affittare e in prospettiva di acquisire un alloggio, in sintesi di integrarsi nella società italiana. La caratteristica italiana purtroppo è l’assenza di una “politica attiva” di reclutamento all’estero di lavoratori stranieri. In Italia gli immigrati arrivano per lavorare all’interno di una cornice segnata da lacune legislative e da un perenne ritardo delle istituzioni, che hanno dovuto affrontare periodicamente la situazione con provvedimenti di sanatoria. Quello dell’immigrazione è un tema che deve essere affrontato in modo serio e non demagogico”.

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