L’ennesimo “incidente mortale sul lavoro” in Italia è avvenuto, questa volta, in provincia di Ferrara nel comune di Lagosanto dove una donna di 44 anni è morta sul lavoro schiacciata da un trattore mentre lavorava in un’azienda agricola del Basso Ferrarese. “Un grande dolore – scrivono Alleanza Verdi Sinistra e Possibile Ferrara – per le persone a lei vicine, ma che ci colpisce tutti”.
“La magistratura e gli enti preposti – aggiungono – accerteranno le responsabilità del caso specifico, ma al di là di queste si tratta di un problema strutturale”.
Avs e Possibile sottolineano come in Italia questo tipo di avvenimenti sia, “purtroppo, tragicamente ‘normale'” e che “l’agricoltura è uno dei settori in cui il rischio di morire lavorando è maggiore”.
“I dati dei primi quattro mesi del 2025 – proseguono – mostrano un incremento rispetto allo stesso periodo del 2024, anno in cui la cifra totale aveva superato le 1200 unità (e si tratta solo dei decessi denunciati). In particolare, l’Italia ha registrato, nel 2024, un tasso di circa 34 morti per milione di lavoratori, mentre in Germania il tasso è stato di circa 13 morti per milione; in Francia, di 20 morti per milione; in Spagna, di circa 30 morti per milione, dato più vicino a quello italiano”.
Risulterebbe dunque evidente che “nel nostro Paese, come denunciano da anni i sindacati dei lavoratori, vista la dimensione e la persistenza del fenomeno, non si fa abbastanza per affrontare questo gravissimo problema e le misure adottate da questo governo non hanno certo invertito la tendenza, anzi”.
Avs e Possibile ritengono “che la prevenzione delle morti sul lavoro debba essere una priorità assoluta per la quale investire tutte le risorse necessarie affinché la tanto sbandierata esigenza di sicurezza trovi riscontro concreto negli ambiti in cui è realmente indispensabile intervenire”.
“Nel ribadire la nostra volontà di agire a tutti i livelli per porre la sicurezza e la salute nei luoghi di lavoro al centro del confronto politico – concludono – ci uniamo al dolore dei familiari e degli amici di questa ulteriore vittima di un sistema per il quale la tutela della vita non è evidentemente in cima alla propria scala dei valori”.
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