“Agricoltura sotto attacco. Non arriviamo al fondo” è lo slogan della campagna di mobilitazione messa in campo in queste settimane da Cia-Agricoltori Italiani, che riassume perfettamente l’obiettivo dell’associazione: no alla Pac in un Fondo Unico per non affondare un settore essenziale per la produzione di cibo e la tenuta economica dei territori.
Il 16 luglio la Commissione Ue proporrà, infatti, di aggregare le risorse della Pac (Politica Agricola Comune) in un unico “contenitore”, dove convergeranno le risorse di altri settori e sarà affidato al libero arbitrio degli Stati membri, senza una strategia comune. Si tratta di una incredibile svolta in negativo perché la Pac è il sistema di contributi che da oltre 50 anni sono destinati al sostegno della produzione agricola e che sono sempre serviti, direttamente o indirettamente, anche a salvaguardare le zone più fragili a rischio spopolamento, a contenere il rischio idrogeologico e a promuovere il turismo rurale. Per questo Cia-Agricoltori Italiani si è mobilitata, in tutta Italia e a Bruxelles per impedire che si vada in questa direzione ma si lavori insieme per avere, nel 2027, una nuova Pac finanziata con risorse dedicata e che vada pienamente incontro alle esigenze del settore agricolo.
Anche Cia-Agricoltori Italiani Ferrara sta sostenendo le iniziative di mobilitazione a livello nazionale, ma la preoccupazione tra le aziende agricole è palpabile, come spiega il presidente Stefano Calderoni: “Le risorse della Politica Agricola Comune non possono diventare una voce di spesa in un fondo non dedicato all’agricoltura, semplicemente perché il nostro settore non è uguale a nessun altro. Non si tratta di “elemosinare” aiuti, come capita ancora di sentir dire, ma di avere un sostegno per chi produce cibo, in una situazione di forte scarsità a livello mondiale, e per chi lavora quotidianamente per la sicurezza alimentare globale”.
“Invece si continuano a tagliare risorse come è già accaduto negli anni scorsi – continua Calderoni – tanto che si parla già di un 20% in meno delle risorse già stanziate: si tratta di un taglio totale di circa 80 miliardi di euro sugli attuali 400, e per l’Italia 8 miliardi in meno sui 38 già assegnati. Senza calcolare l’inflazione che nel precedente bilancio ha pesato circa il 14%. Con questi numeri il rischio concreto per un territorio come quello ferrarese non è solo la scomparsa di interi comparti e di una contrazione produttiva senza precedenti, ma dello spopolamento delle aree interne con conseguente aumento del rischio idrogeologico. Con la situazione economica e climatica attuale, le nostre aziende davvero non possono permettersi queste decisioni calate dall’alto. Penso che un’Europa dove si investono più soldi in armi che per la produzione di cibo, non sia più quella in cui la nostra associazione ha sempre creduto fortemente. Peraltro, se questa struttura della Pac diventasse effettiva, metterebbe in discussione la natura stessa dell’Unione Europea che nel 1962 si struttura proprio attorno al settore primario”.
“Per questo – conclude il presidente di Cia Ferrara – faccio anche un appello al mondo agricolo perché dimostri, in questa fase storica delicatissima, più unità e collaborazione. Ma mi rivolgo anche alle istituzioni, alla politica e ai cittadini perché si rendano conto che la decisione sul Fondo unico non è un fatto “tecnico” che riguarda gli agricoltori ma è direttamente collegata alla salubrità del cibo che mangeranno e alla sicurezza dei territori dove vivranno. Quella per la Pac è una battaglia che riguarda il futuro di tutti“.
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