Cento. Il 14 luglio, data simbolo della libertà in Francia, a Cento sarà ricordato come “il giorno della disastrosa cessazione per fusione della storica Cassa”. Così esordisce il duro comunicato diffuso da Marco Mattarelli, presidente del movimento politico Libertà per Cento, che torna ad attaccare la classe dirigente locale e nazionale per l’epilogo della banca centese, fondata oltre 150 anni fa.
“Voluta e creata dai padri fondatori ha prosperato un secolo e mezzo ed in meno di vent’anni è stata ceduta dai moderni gestori ai reggiani del Credem ad un terzo del suo valore patrimoniale”, denuncia Mattarelli, ricordando il prezzo simbolico della fusione: “3,5€ per azione, pagate 20€ nel 2002 da oltre 10.000 soci e cittadini, beffati”.
Un attacco frontale al sistema politico, al mondo economico e alle istituzioni cittadine, accusati di “assoluto silenzio” e di aver “irriso i continui appelli a fare di tutto per tenersi la propria banca storica”, come ha invece saputo fare, sottolinea il movimento, la città di Ravenna.
Secondo Libertà per Cento, la perdita della banca è solo l’inizio di un “lungo periodo di declino economico e sociale”, che sarebbe già oggi “visibile ad occhio nudo ed irreversibile”, a causa di un establishment che “cena nei vari club o inaugura monumenti inutili”, mentre “la politica si arrotola sulle solite fanfaluche e pinzillacchere”.
Il movimento, nato nel 2016 e con mandato fino al 2026, ribadisce la sua natura indipendente: “Non è una semplice lista civica per gli squallidi giochi politici locali ma è un movimento che si ispira alla libertà, non ha padroni né padrini né interessi personali o di soldi”.
“Il 14 luglio non sarà festa per noi”, annuncia Mattarelli, promettendo assenza dalle celebrazioni e da ogni evento ufficiale: “Non faremo finta che una serie di eventi ludici e sportivi ci bastino”. Anzi, si legge nel comunicato, “il luddismo è un ulteriore enorme inganno, il più antico ed ottuso del mondo: ‘Panem et circenses’ per obnubilare una comunità punita dalla scellerata gestione di pochi contro tutti”.
Il messaggio si chiude con una dichiarazione di netta opposizione: “Noi non ci stiamo. Io non ci sto”. Un appello al ricordo e alla consapevolezza, ma anche un atto di denuncia verso una comunità che – secondo Libertà per Cento – ha perso il suo bene più prezioso nel silenzio assoluto.
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